Ravello Festival, Giuseppe Gibboni: “Credo che sia un qualcosa di unico al mondo”
Gibboni, astro nascente della musica classica, ha proposto al festival il suo Paganini
“Conosco il Ravello Festival da sempre e credo che sia un qualcosa di unico al mondo sia per qualità che per la bellezza del luogo. Essere qui è davvero una grandissima emozione”. Queste le parole di Giuseppe Gibboni, ai microfoni di Radio Rai, prima di salire sul palco del Belvedere per il suo debutto nella Città della Musica.
In verità l’astro nascente della musica classica si era già esibito in Villa Rufolo qualche anno fa, quando era ancora un semplice studente del Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, per un concerto privato. Gibboni, reduce da una piccola tournée nella sua terra, tra i palcoscenici del Giffoni Film Festival, del Premio Charlot e del Teatro Romano di Benevento, ha proposto al Festival il suo Paganini, quello del Concerto n.1, op.6 in re maggiore assieme alla Asian Youth Orchestra diretta da Joseph Bastian.
“Sono rimasto piacevolmente sorpreso perché il livello è davvero molto alto – ha detto Gibboni parlando della AYO – sono tutti ragazzi giovanissimi ma si vede che dietro c’è tanto lavoro e un’attenzione nei confronti della musica e uno studio fatto molto seriamente sin da piccoli e questo, secondo me è meraviglioso”.
I ragazzi dell’Asian, ma anche lo stesso Gibboni, hanno dovuto mettercela davvero tutta per vincere un corroborante ma fastidiosissimo vento che ha accompagnato il concerto dalla prima all’ultima nota.
Prima e dopo l’esibizione di Gibboni, applauditissimo dalla platea di Ravello alla quale ha regalato due bis, neanche a dirlo paganiniani: il 24esimo e il Quinto capriccio, il programma scelto da Bastian ha incluso la Sinfonia n.1 in re maggiore, op.25 “Sinfonia classica” di Prokofiev e la Sinfonia n.4 in la maggiore “Italiana”, op.90 (MWV N 16) di Mendelssohn. (ph Vincent Rucco)