Governo Meloni e il futuro del Reddito di Cittadinanza
Ridurre ad una le possibilità di rifiuto e allo stesso tempo rafforzare il sistema dei controlli. Successivamente l’intenzione sarebbe un percorso guidato fino alla totale abolizione che tuttavia prevede dei sussidi per chi è disoccupato. Di parere diverso FI e Lega – Immediata la reazione dei vertici del Movimento 5 Stelle e forti dubbi dalle Istituzioni europee.
Mentre la Commissione Europea invita gli Stati a rafforzare il Reddito di Cittadinanza, in quanto svolge un ruolo importante durante i periodi di recessione, in Italia il nascente Governo Meloni sembrerebbe andare in senso inverso. Dopo avere più volte, in campagna elettorale, parlato di abolizione, secondo Il Fatto Quotidiano sembrerebbe che in questi giorni si stia già lavorando alla riforma del provvedimento varato dal Movimento 5 Stelle. Una delle modifiche più importanti da apportare riguarderà le offerte di lavoro. Se oggi si perde il sussidio dopo aver rifiutato due offerte di lavoro, Fratelli d’Italia vuole ridurre ad una le possibilità di rifiuto e allo stesso tempo rafforzando il sistema dei controlli con l’obiettivo di scovare i “furbetti” del Rdc. Una modifica che secondo gli esperti non dovrebbe portate molti risparmi alle casse dello Stato, ma in ogni caso i vertici del partito di maggioranza sarebbero intenzionati verso un percorso guidato fino alla totale abolizione che tuttavia prevede dei sussidi per chi è disoccupato. Bisogna vedere ora l’opinione delle restanti forze politiche facenti parti della coalizione di governo. Come è noto già nel programma unitario del centrodestra, presentato prima delle elezioni politiche, si parlava di una sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. Secondo quanto dichiarato in campagna elettorale, per Forza Italia andrebbe addirittura rafforzato per tutte quelle persone che sono a rischio povertà assoluta. Per la Lega, invece, andrebbe ricalcolato in base alle dimensioni del nucleo familiare e i percettori dovrebbero rendersi disponibili a svolgere lavori di pubblica utilità.
Chiaramente del tutto contrario il Movimento 5 Stelle : “Chi tocca il reddito troverà in noi un argine insuperabile” ha dichiarato il leader penta stellato Giuseppe Conte, mandano un avvertimento sulla dura opposizione che una simile decisione potrebbe trovare in Parlamento. Oltre all’opposizione del M5S che varò tale provvedimento, con il Governo Conte 1 e grazie al quale negli anni successivi in Italia la povertà assoluta è diminuita, secondo quanto riportato da Sky TG24, l’abolizione del RdC potrebbe anche non trovare il favore delle istituzioni europee. Il Commissario Ue al lavoro, Nicolas Schmit ha invitato a interrogarsi su che cosa accadrebbe eliminandolo dall’oggi al domani, facendo in modo che chi non ha accesso al lavoro si trovi in una situazione di povertà e totale privazione nella speranza che si precipitino sul primo lavoro che trovano, di sicuro non funzionerebbe. Un reddito minimo è oggi previsto in tutti gli Stati dell’Ue, sia con sostegni integrativi a chi percepisce meno della soglia necessaria per una vita dignitosa e sia con sussidi ai disoccupati. ” I sistemi di protezione sociale aiutano a ridurre le disuguaglianze e le differenze sociali.Assicurano una vita dignitosa per coloro che non possono lavorare e, per coloro che possono, incoraggiano a tornare al lavoro.Oggi più di una persona su cinque nell’Ue è a rischio di povertà ed esclusione sociale”, ha ricordato Schmit. “In un contesto di elevati costi della vita e di incertezza, dobbiamo garantire che le nostre reti di sicurezza siano all’altezza”. 29 settembre 2022 – salvatorecaccaviello