L’influenza quest’anno è australiana ed è già arrivata in Italia

28 settembre 2022 | 12:17
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L’influenza quest’anno è australiana ed è già arrivata in Italia

L’influenza è già arrivata in Italia, i primi casi in Emilia e Liguria, decine i ricoveri all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù. I casi sono in anticipo rispetto al tipico andamento, ciò fa supporre che per novembre l’epidemia divamperà. In genere, quanto più precoci sono i primi casi, più a lungo il virus circola, maggiore sarà il numero totale di persone colpite. Dato che circola ancora molto anche il Covid-19, si teme una “twindemic”, ossia una sovrapposizione tra le due epidemie di Covid-19 e influenza stagionale. L’influenza di quest’anno è denominata “australiana”, in quanto si è diffusa nei mesi scorsi nell’Oceania. L’epidemia è stata più virulenta degli ultimi anni per numero di casi e gravità. Il responsabile è l’H3N2, virus influenzale di tipo A. I sintomi riportati in Australia sono stati febbre alta ad esordio brusco e improvviso, mal di gola, tosse, dolori osteo-muscolari, astenia. Contro l’influenza e in genere tutti i virus respiratori, il sistema immunitario della popolazione si trova quest’anno un po’ sguarnito a causa delle misure restrittive adottate negli ultimi due anni per arginare la pandemia. Distanziamento fisico e divieto di assembramenti, smart working, limitazioni agli spostamenti e all’accesso ai luoghi chiusi, obbligo di utilizzo dei mezzi di protezione individuale e promozione delle misure di igiene personale, hanno ridotto l’esposizione a tutti i virus respiratori e dunque il richiamo immunitario. Anche l’interferenza virale, ossia la concorrenza tra i virus nei confronti dello stesso ospite, che impedisce l’attecchimento di più virus simultaneamente nella stessa persona, può spiegare la riduzione dei casi di influenza nelle due stagioni invernali precedenti. Il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità (Iss) della scorsa stagione epidemica (rapporto Influnet) ha registrato da ottobre a maggio circa 6,5 milioni di casi, 2,5 volte in più della stagione precedente ma 2 milioni in meno dell’ultima stagione pre Covid.
A livello mondiale, ogni anno il 20% della popolazione viene infettata dai virus dell’influenza e 1 contagiato su 4 sviluppa sintomi. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l’influenza stagionale fa registrare ogni anno oltre 1 miliardo di casi, di cui 3-5 milioni di malattia grave, e causa 290.000-650.000 morti. L’influenza ogni anno provoca 5.000-15.000 morti in Italia. Sebbene la più significativa mortalità e morbosità sia a carico della popolazione anziana, la fascia più colpita dal virus (25% dei casi) è quella 0-14 anni.
Il Ministero della Salute nella circolare diffusa il 6 luglio ha chiesto di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione anti-influenzale a partire dall’inizio di ottobre e di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione. Le categorie cui offrire prioritariamente e gratuitamente la vaccinazione sono individuate in: bambini nella fascia 6 mesi-6 anni (i principali diffusori del virus, quindi vaccinarli serve anche a ridurre l’impatto dell’epidemia sulla popolazione), persone over 60 (le complicazioni aumentano con l’aumentare dell’età), le donne in gravidanza e nel post partum, le persone fragili per malattie croniche (HIV, diabete, ipertensione, asma e altre malattie croniche respiratorie, cardiovascolari, epatiche, renali) o per neoplasie o trattamento chemioterapico, i loro caregiver, gli anziani ospitati in strutture residenziali o di lungodegenza, le persone addette ai servizi pubblici di primario interesse collettivo tra cui professionisti sanitari e socio-sanitari, forze di polizia, vigili del fuoco e altre categorie socialmente utili. Dopo i 65 anni sono raccomandati il vaccino ad alto dosaggio, quello adiuvato o quello ricombinante, più efficaci negli anziani. I virus influenzali della classe A/H3N2 sono inclusi nella composizione dei vaccini, per cui la vaccinazione antinfluenzale dovrebbe essere efficace. Per i piccoli con meno di 6 mesi, la protezione si ottiene in maniera indiretta vaccinando tutti i conviventi. Dopo i 9 anni è sufficiente una sola dose di vaccino, mentre al di sotto dei 9 anni, se mai vaccinati in precedenza, due a distanza di almeno quattro settimane. Il rapporto tra gli effetti collaterali dei vaccini, blandi e fugaci (come febbre, malessere generale, inappetenza, dolore nella sede di inoculazione) e i rischi dell’influenza, soprattutto per i più fragili, sono completamente a favore della vaccinazione. Per i bambini si può optare con sicurezza ed efficacia per la somministrazione del vaccino antinfluenzale vivo attenuato quadrivalente sotto forma di spray. Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics, questa formulazione è sicura anche nei bambini e ragazzi di 5-17 anni che soffrono di asma. Dopo l’impennata di vaccinazioni contro l’influenza nella stagione 2020-2021, lo scorso anno la curva della copertura vaccinale antinfluenzale ha registrato una flessione. La percentuale di vaccinati è scesa infatti dal 23,7 al 20,5% nella popolazione generale e dal 65.3 al 58,1% in quella over 65.
I dati di letteratura forniscono ampie conferme sulla sicurezza e sull’efficacia della somministrazione contestuale del vaccino antinfluenzale e quello contro Covid. Altrimenti, bisognerà far passare almeno 14 giorni. Si ipotizza che la vaccinazione antinfluenzale di per sé possa esercitare un effetto non specifico protettivo nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2: una metanalisi di 16 studi osservazionali relativi complessivamente a 290.327 soggetti documenta come la vaccinazione antinfluenzale si associ a una riduzione del rischio di infezione da SARS-CoV-2 pari al 14%.
Carlo Alfaro

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