Meta, dimissioni Peppe Tito, corsa contro il tempo per evitare il commissariamento, ecco cosa succederà
Meta ( Napoli ) Ieri il sindaco Peppe Tito ha rassegnato le dimissioni in Consiglio comunale.
Cosa è successo prima delle dimissioni di Peppe Tito?
Positanonews in anteprima aveva scritto di una probabile “punizione” ad Angela Aiello e Roberto Porzio , poi la smentita del sindaco, la precisazione che si trattava di una revoca, noi immediatamente abbiamo pubblicato gli atti integrali dell’albo pretorio , ma alla conta dei fatti in Consiglio comunale i diretti interessati non si sono presentati e non solo loro, di seguito Peppe Tito ha deciso di dimettersi, ma non finisce qui, ovviamente , la legge consente entro 20 giorni il ripensamento per evitare il commissariamento . C’è tanta carne a cuocere , la candidatura di Bianca Maria Balzano, che sarebbe preferita da Peppe Tito, con Pasquale Cacace, i rapporti col PD e la Regione Campania e De Luca, i dissidi presunti con la Aiello appunto e Porzio, i più votati, ma anche la sorpresa e lo sconcerto dei consiglieri di minoranza, espressi in esclusiva proprio a Positanonews, per la revoca delle deleghe che sarebbero scadute fra tre giorni e la riunione dei capigruppo dove non si è presentato il capogruppo di minoranza, una tempesta politica locale che ha fatto interrogare tutti in penisola Sorrentina, da Sorrento a Massa Lubrense e Sant’Agnello.
Le dichiarazioni di Peppe Tito per le dimissioni
“Volevo ringraziare tutti i metesi per la stima ed il vostro affetto manifestatomi in questi otto anni da Sindaco di Meta. Con mio grande rammarico vi comunico che in questo momento sto rassegnando le dimissioni dalla carica di Sindaco. Io amo Meta, ma rimarrò sempre un uomo libero”.
È con queste parole, affidate ad un post pubblicato sul suo profilo Facebook, che il primo cittadino di Meta, in Penisola Sorrentina, Giuseppe Tito, ha comunicato ai cittadini le sue dimissioni.
Cosa dice la legge sulle dimissioni del sindaco? Quando sono irrevocabili?
L’art.53 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 dispone, al 3 comma, che le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al consiglio e che, in tal caso, si procede allo scioglimento del consesso ed alla nomina di un commissario.
Quanto alle modalità di presentazione dell’atto con cui si manifesta la volontà abdicativa, secondo un costante orientamento, il dies a quo per il computo del termine di cui al predetto art. 53 è identificato nel giorno in cui le dimissioni vengono assunte al protocollo dell’ente.
Per quanto riguarda il computo del termine, si applica il principio sancito dall’art. 2963, comma 2 c.c. in base al quale non si computa il giorno nel corso del quale cade il momento iniziale del termine e la prescrizione si verifica con lo spirare dell’ultimo istante del giorno finale; tale concetto è ribadito altresì dall’art. 155, comma 1 c.p.c., il quale dispone che nel conteggio dei termini a giorni e ad ore, si escludono il giorno e l’ora iniziali.
La lineare ed univoca interpretazione della disposizione in argomento non è controversa.
Nel caso in questione la decisione del sindaco è stata assunta il giorno 28 settembre., di tal chè, il computo dei venti giorni decorre dal successivo 29
Le ipotesi in campo , dimissioni per evitare il terzo mandato? Ci sarà il commissariamento?
In entrambi i casi riteniamo di no. Per evitare il terzo mandato ci doveva essere lo scioglimento del consiglio comunale prima della metà del mandato, e non per dimissioni, mentre, secondo noi non ci sarà il commissariamento. Si parla , voci ufficiose, non ufficiali, di un chiarimento fra lo stesso Peppe Tito e Angela Aiello, ma al momento ancora tutti fermi sulle proprie posizioni e nessuna dichiarazione ufficiale. Peppe Tito non ha l’interesse a dimettersi, è anche consigliere in carica della Città Metropolitana di Napoli, e non lo farebbe per evitare un lungo commissariamento , gli attestati di stima e solidarietà sono carburante per dargli forza nei suoi intenti, ma non sarà così facile visto che anche dall’altra parte ci si sta organizzando , gli stessi consiglieri comunali non hanno la volontà di farlo cadere anzitempo. Si tratta di una dialettica politica forte, equilibri in vista anche delle prossime elezioni che non lo vedranno candidato sindaco , ma sicuramente consigliere comunale per mantenere la carica conquistata faticosamente nella Città Metropolitana, ne Tito, ne i consiglieri, ne il paese vuole un commissariamento. Bisognerà trovare un equilibrio entro venti giorni per evitare quello che poi nessuno vuole veramente.