Positano, frase dedicata all’isola Li Galli

SE DIO TI HA CREATA E PERCHÉ TU DEVI ESSERE AMATA, CHE SIA TEMPESTA O SOLE CON L’ISOLA LI GALLI ETERNO AMORE!! Carmine Lamberti un cavese emigrante a Parma.

La storia:

Li Galli è un arcipelago appartenente al comune di Positano, ubicato pochi chilometri a sud della penisola sorrentina e costituito da tre isole: Gallo Lungo, La Rotonda e Dei Briganti a nord della Rotonda.

Gallo Lungo è la più grande delle tre ed è l’unica ad essere stata abitata fin dai tempi dei Romani: ha una forma allungata che si estende per circa 400 m con una larghezza variabile che verso il centro è di circa 100 m e verso la «testa» è di circa 200 m.

A ovest di Gallo Lungo si trovano La Rotonda e Dei Briganti a nord della Rotonda, denominazione quest’ultima riportata sul sito del comune di Positano, anche se più comunemente l’isola viene indicata sui testi con il nome di La Castelluccia.

Gli isolotti sono ricoperti di erba e di arbusti, con una grande abbondanza di narcisi.

Strabone, geografo greco del I secolo a.C. (63-19) descrisse per la prima volta le tre isole in due brani: il primo nel libro I (2, 12, 13, = C 22-23) e il secondo nel libro V (4,8 = C 247), identificandole come sedi delle sirene e dando loro il nome di Sirenai o Sirenussai.

Non è casuale l’accostamento de Li Galli con le sirene: queste ultime rappresentano nella mitologia greca gli ostacoli e i pericoli alla navigazione ed è proprio in quel tratto di mare che le correnti portavano spesso le imbarcazioni a schiantarsi contro gli scogli, naufragando. Il piccolo arcipelago si trova sul cammino che collega il Circeo a Scilla e Cariddi, ossia allo stretto di Messina. I navigatori incontrano Li Galli dopo aver attraversato il golfo dei Ciclopi e superato le Bocche di Capri, un passaggio importante e difficile per la navigazione antica, soprattutto con tempo ventoso. Da Li Galli invece, i corsari potevano controllare l’ingresso o l’uscita dalle Bocche; da cui il nome di uno dei Galli, l’Isola dei briganti.

Si vuole che il nome Li Galli derivi dalla iconografia delle sirene nell’arte figurata greca arcaica, nella quale vengono immaginate metà donna e metà uccello: le sirene greche quindi non vanno confuse con le sirene metà donna e metà pesce della fantasia popolare nordica, di epoca successiva e alimentata oggi da molte pellicole e cartoni animati. L’accostamento più immediato che si può fare con le sirene alate è quindi quella della gallina o del gallo: da qui il nome Li Galli ancora oggi utilizzato.

Nel 1848, la famiglia dei Conti di Guissi tentò di costruirvi una fattoria per l’allevamento dei conigli. Dopo un successo iniziale, nel 1873 una terribile tempesta colpì l’arcipelago e uccise tutti i conigli[3].

Alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo, Li Galli rimanevano selvaggi e poco visitati, salvo per le battute di caccia alla quaglia effettuate nel mese di maggio dai numerosi cacciatori della costa.

Li Galli hanno da sempre esercitato un grande fascino, tanto da renderle ambite da molti personaggi famosi. Nel 1924 il coreografo e ballerino russo Léonide Massine acquistò l’arcipelago, facendo costruire su quelle rovine una magnifica villa che l’architetto Le Corbusier abbellì ulteriormente. La proprietà passò poi ad un altro celeberrimo ballerino russo, Rudolf Nureyev, che l’acquistò nel 1989: poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1993, l’arcipelago è stato acquistato dalla Li Galli di Giovanni Russo & C snc.

Francesco Savarese, socio della citata società, nel 2004 ha ceduto le quote della società proprietaria degli isolotti Li Galli a Giovanni Russo che, attualmente, è l’unico proprietario.[4]

L’arcipelago fa parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.

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