44 anni fa fu eletto Papa Karol Wojtyła, la sua gioventù a Positano, la visita a Sorrento e Pompei
Accadeva 44 anni fa proprio nel momento in cui scriviamo su Positanonews : alle ore 18:18 del 16 ottobre 1978, dopo l’ottavo scrutinio, dal comignolo della Sistina si levò la fumata bianca. Poco meno di mezz’ora dopo, alle 18:45, il cardinale protodiacono Pericle Felici, con la tradizionale locuzione Habemus Papam, annunciò l’elezione di Karol Card. Wojtyła: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Carolum Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Wojtyła, qui sibi nomen imposuit Ioannis Pauli.”
Ricordiamo che ci colpì moltissimo la sua elezione , primo Papa non italiano, Polacco, uomo dell’Est. Con il caro compianto Mimì Collina stavamo cercando di ricostruire la sua gioventù a Positano, nella perla della Costiera amalfitana c’era infatti una villa, proprio alla Chiesa Nuova, dove venivano ospitati tutti i seminaristi polacchi, una storia che stiamo cercando ancora di ricostruire. Poi ricordiamo la sua visita a Sorrento e Pompei di cui abbiamo parlato sempre su Positanonews, eravamo molto attratti dal Papa Polacco e a lui ci affidiamo.
Ecco cosa dice di lui wikipedia
Fu eletto papa il 16 ottobre 1978. In seguito alla causa di beatificazione, il 1º maggio 2011 è stato beatificato dal suo successore papa Benedetto XVI, viene festeggiato nel giorno del suo insediamento il 22 ottobre. Nella storia della Chiesa, non accadeva da circa un millennio che un papa proclamasse beato il proprio immediato predecessore.[4] Il 27 aprile 2014, insieme a papa Giovanni XXIII,[5] è stato proclamato santo da papa Francesco.
Primo papa non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi di Adriano VI (1522-1523), è stato inoltre il primo pontefice polacco della storia e il primo proveniente da un Paese di lingua slava. Il suo pontificato è durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni ed è stato il terzo pontificato più lungo in assoluto, dopo quello di Pio IX e quello tradizionalmente attribuito a Pietro apostolo.
Giovanni Paolo II intraprese sin dal principio del suo pontificato una vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo e l’oppressione politica ed è considerato uno degli artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, già controllati dall’Unione Sovietica. Disapprovò la teologia della liberazione, intervenendo talora in occasione di avvicinamenti di alcuni esponenti del clero verso soggetti politici dell’area marxista. In più di un’occasione proclamò la superiorità dell’economia di mercato su quelle statalizzate, tuttavia stigmatizzò il capitalismo e il consumismo sfrenati, considerati antitetici alla ricerca della giustizia sociale, causa d’ingiustificata sperequazione fra i popoli e lesivi della dignità dell’uomo. Il suo pontificato, sul lato dottrinale, fu conservatore; nel campo della morale confermò l’approccio tradizionale della Chiesa su diversi campi, quali la sessualità umana, sul celibato ecclesiastico e sul sacerdozio femminile.
I suoi 104 viaggi in tutto il mondo videro la partecipazione di enormi folle (tra le più grandi mai riunite per eventi di carattere religioso). Con questi viaggi apostolici, Giovanni Paolo II coprì una distanza molto maggiore di quella coperta da tutti gli altri papi messi assieme. Questa grande attività di contatto (anche con le generazioni più giovani, con la creazione delle Giornate mondiali della gioventù) fu da molti interpretata come segno di una seria intenzione di costruire un ponte di relazioni tra nazioni e religioni diverse, nel segno dell’ecumenismo, che è stato uno dei punti fermi del suo papato.
Sul piano dei rapporti con l’Italia, i viaggi sottolinearono l’intenzione di separare l’aspetto politico da quello religioso, come il pontefice stesso tenne a sottolineare, due anni dopo la revisione del Patti Lateranensi, nel 1986, a Forlì, ricordando che il precedente papa a visitare quella città era stato Pio IX, in veste anche di capo di Stato: “Da allora, la situazione politica è profondamente mutata, ed è stata come tale ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa”.
Papa Wojtyła beatificò e canonizzò molte più persone di ogni altro pontefice, grazie anche all’abolizione, da parte sua, dell’ufficio del promotore della fede, rendendo così più scorrevole tale processo: le persone da lui beatificate furono 1.338 e quelle canonizzate 482,[6] mentre i predecessori nell’arco dei quattro secoli precedenti avevano proclamato soltanto 300 santi. Tuttavia, i documenti relativi a molte delle prime canonizzazioni sono incompleti, mancanti o poco accurati.
Fu detto “l’atleta di Dio”[7] per le sue varie passioni sportive: praticò sci, nuoto, canottaggio, calcio[8] e fu amante della montagna,[9] continuando a praticare sport finché la salute glielo permise.