Atrani, Sigismondo Nastri ricorda Salvatore Buonocore. Riportiamo di seguito le parole del giornalista di Amalfi, Sigismondo Nastri:
Un pensiero per Salvatore
Mi unisco al dolore e al senso di sgomento che hanno colpito quanti ad Atrani, e in Costiera, ma non solo qui, anche a Milano dove ha compiuto un lungo percorso di vita, hanno conosciuto Salvatore Buonocore e gli hanno voluto bene.
Era un ragazzino quando l’ho avuto alunno all’Istituto professionale per il commercio di Amalfi, diretto allora dal prof. Andrea Pinto. Ne ho seguito il percorso di studio per cinque anni, fino alla maturità. Poi me lo son ritrovato vicino, come mio collaboratore, alla segreteria dell’onorevole Francesco Amodio, fresco di elezione in parlamento. Lui e altri ragazzi: intelligenti, svelti, motivati. Grazie a loro riuscii a mettere in piedi una struttura efficiente, al servizio della collettività, che supportava l’attività del parlamentare amalfitano, eletto nel 1958 e riconfermato per altre tre legislature.
Poi Salvatore scelse la strada di Milano, che era allora il sogno di ogni giovane di talento. Nella metropoli lombarda frequentò Adriano Celentano, fino a diventarne amico. Dopo averlo conosciuto proprio ad Atrani, all’epoca in cui il molleggiato aveva girato “Uno strano tipo” e si era innamorato di Claudia Mori. Salvatore, a Milano, era entrato nel mondo del giornalismo collaborando con una importante agenzia, la Giornalfoto.
Tornato infine ad Atrani, aveva ripreso un’antica passione, la pittura. E insieme a un compagno di scuola, cantante e showman emigrato in Svezia e lì diventato famoso, Eddy Oliva, ogni anno metteva in piedi nella piazzetta qualche spettacolo per la gioia di concittadini e turisti.
Quando l’ho incontrato un mese fa, in occasione della rievocazione della bella stagione di “Amalfi La Costiera Azzurra”, il periodico creato dal dottor Antonio De Rosa, papà dell’attuale sindaco, nei lontani anni cinquanta, mi aveva detto che di idee gliene giravano ancora tante nella testa, da rendere concrete. La morte ha detto impietosamente: basta così. Peccato!
C’è un mistero – ci penso spesso, ci ho riflettuto molto in questa notte insonne – negli accadimenti che accompagnano la vita di ciascun essere umano, al quale non saremo mai in grado di dare una spiegazione. Non ci resta che prenderne atto. E affidarci alla promessa di vita eterna trasmessaci da Cristo. Solo la fede può evitare che in questi tragici momenti si ceda alla disperazione.
Sono vicino ai familiari: la figlia, Alessandra; le sorelle Luisa e, in particolare, Maddalena e il fratello Antonio, entrambi miei alunni all’Ipc (come il gemello di Antonio, l’indimenticabile Michele, venuto a mancare troppo presto).
Li stringo in un forte abbraccio.
Piango con loro.