In Italia due milioni di famiglie in povertà assoluta, nonostante il Reddito di Cittadinanza

19 ottobre 2022 | 06:35
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In Italia due milioni di famiglie in povertà assoluta, nonostante il Reddito di Cittadinanza

In Italia due milioni di famiglie in povertà assoluta, nonostante il Reddito di Cittadinanza.

E’ quanto emerge dal XXI Rapporto 2022 della Caritas presentato in questi giorni in occasione della Giornata internazionale  di lotta alla povertà. La misura varata dal M5S  è stata finora percepita da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti. Per la CEI , oltre ad essere migliorata, dovrebbe essere senz’altro  incrementata e non abolita.
Ancora in forte incremento la povertà nel nostro Paese. Il post pandemia e l’incremento delle bollette energetiche ha contribuito a peggiorare una situazione già di per sé critica.
Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno, mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest.
È quanto emerge dal 21° Rapporto 2022 della Caritas su povertà ed esclusione sociale  presentato nei giorni scorsi  in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà. Il Rapporto prende in esame le statistiche ufficiali sulla povertà e i dati di fonte Caritas, provenienti da quasi 2.800 Centri di Ascolto Caritas su tutto il territorio nazionale. Secondo il Rapporto, in Italia, se si nasce in una famiglia povera, occorrono 5 generazioni per salire la scala sociale (la media Ocse è di 4,5 anni).Tale fenomeno  viene chiamato “povertà intergenerazionale” o “ereditaria” che impedisce ai giovani di riscattarsi da situazioni sociali difficili. Sei assistiti Caritas su 10 risultano “poveri intergenerazionali”.  In riferimento all’età, i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale).

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Tra il 2020 e il 2021 – si legge ancora nel rapporto – l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani.
Nel 2021 si rafforza la correlazione tra  stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione. Cresce infatti il peso di chi possiede al massimo la licenza media, che passa dal 57,1% al 69,7%; tra loro si contano anche persone analfabete, senza alcun titolo di studio o con la sola licenza elementare. Strettamente correlato al livello di istruzione è, inoltre, il dato sulla condizione professionale, indice delle fragilità di questo tempo post pandemico. Nel 2021 cresce inoltre l’incidenza dei disoccupati o inoccupati che passa dal 41% al 47,1%.

Il cardinale Zuppi

Nel Rapporto Caritas viene inoltre affrontato anche la situazione relativa al Reddito di Cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà varata  dal Movimento 5 Stelle, grazie alla quale sono state aiutate molte famiglie in difficolta, in particolar modo  durante la pandemia. Il contributo tuttavia è stato finora percepito da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti (44%).

Secondo la Caritas l’obbiettivo, anche del prossimo governo, che invece tenderebbe a bandire tale misura, dovrebbe essere quello di assicurarsi che fossero raggiunti tutti coloro che versano nelle condizioni peggiori, partendo dai poveri assoluti. Accanto alla componente economica dell’aiuto, dovrebbero poi essere  garantiti adeguati processi di inclusione sociale. Per il presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) e Arcivescovo di Bologna , il cardinale Matteo Zuppi ci sono senz’altro degli aggiustamenti da apportare al Reddito di Cittadinanza ma tale impegno deve essere mantenuto. In quanto oltre a dare una possibilità di uscire da determinati stati di indigenza, risulta essere di fondamentale importanza nell’immediato futuro dove la povertà sarà ancora più dura e pesante. – 19 ottobre 2022 – salvatorecaccaviello