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Intervista a Narihlù, dal Paese delle Orchidee alla Terra delle Sirene foto

Narihlù cantante valdianese, al secolo Luisa Loscalzo, si è guadagnata l’attenzione del pubblico l’anno scorso con il singolo “Dame e cavalieri” di Valeria Rossi, i cui successi come “Tre parole”, Luna di lana”, “Tutto fa l’amore” e “Ti dirò”, hanno segnato diverse stagioni della canzone italiana, prima che la cantante monzese decidesse pur non abbandonando il mondo della musica, di rispolverare la laurea e dedicarsi al Counseling come si legge in un articolo di Sky TG24 – Spettacolo. Luisa Loscalzo, invece, con la grinta e la tenacia di chi viene dalla provincia e vuole affermarsi nell’ostico mondo del mercato musicale italiano, lasciata la natia Sassano, la città delle orchidee, poco meno di cinquemila abitanti nel salernitano, ha studiato prima canto presso il Conservatorio di Musica “Giuseppe Martucci” di Salerno, laureandosi in Musicologia, per poi misurarsi con il teatro musicale e il canto liturgico, accettando la gavetta che ogni artista che si rispetti deve o dovrebbe fare per affinare e migliorare la propria arte. Dopo “Dame e cavalieri” distribuito dalla Universal Music con produzione esecutiva del manager di origini calabresi Massimo Marramao e un producer del calibro di Pietro Foresti (Guns N’Roses e Counting Crows) torna a presentarsi davanti al pubblico sorrentino, durante il Premio Penisola Sorrentina diretto da Mario Esposito con un nuovo progetto musicale che, come rivela lei stessa in sede di presentazione, vuole essere “uno sguardo sul presente, che pone al centro dell’azione la ricerca di una nuova spiritualità suggerita da questi tempi moderni. Un viaggio tra le pieghe del consumismo tecnologico quasi a volerlo rendere più umano e vicino a quella voglia di continuare a vivere esperienze forti e autentiche. Un nuovo misticismo che cerca di fuggire dal destino di essere rappresentato da un post, da uno stato o da un tweet”. Quella che segue è l’intervista che l’artista mi ha gentilmente concesso.

Come nasce il nome d’arte, Narihlù?

Per una serie di motivi legati ai vezzeggiativi a cui si presta il mio nome vero, Luisa, che diventava spesso semplicemente, Lù, e al fatto che questo mi ha permesso di ricordare una persona a me molto cara che oggi non c’è più. Poi ho scoperto che “nar” in turco vuol dire melograno, un frutto che come lei saprà è simbolo di abbondanza. I tanti grani dolci e succosi di cui è composto rappresentano ricchezza, fertilità, prosperità. Il suo colore rosso è associato al sangue, con un significato di vitalità, passione e energia, infine “nar” è legato a Istanbul che è una città che adoro.

Mi parli di Luisa Loscalzo

Una ragazza che nasce in un piccolo paesino in provincia di Salerno, che ha scoperto da subito che aveva una grande passione per il canto e che per poterlo studiare ha accettato i sacrifici che comporta il dover lasciare il proprio Paese e spostarsi tutti i giorni nella grande città per studiare così come per lavorare e provare a vivere di questa passione.

Tecnicamente come si definirebbe, soprano, mezzo soprano?

Ho un registro vocale da soprano, ho cominciato a studiare canto a dodici anni e da subito ho prestato molta attenzione alla tecnica. Più della lirica mi piaceva il canto liturgico, Panis Angelicus su tutti ma anche il Deum Verum che quando ho cantato la prima volta mi hanno emozionato e le confesso che l’emozione è tutto per me. Che debba cantare un’aria lirica o una canzone pop il testo e la musica mi devono emozionare se no, non riesco a dare il meglio di me in una performance. Dolente immagine di Fille mia di Vincenzo Bellini è un’altra di quelle opere che mi emozionano e che provai a presentare per l’ammissione in conservatorio.

Mi parli dell’esperienza nel Conservatorio di Salerno

È stata una di quelle scelte dettate dal cuore, volevo studiare canto, mia madre mi ha lasciato fare mettendomi però in guardia sul fatto che ci sarebbe stato da lavorare sodo per spostarsi tutti i giorni o quasi da Sassano a Salerno. Poi è venuta la Musicologia che mi è piaciuto approfondire come materia e oggi la West London University per il Canto Moderno. Provo sempre a migliorare, uno step alla volta.

Qual è il suo gruppo o artista preferito?

Beh anche in questo caso è sempre l’empatia che provo a dettare le mie scelte, e così senza pensarci su due volte le rispondo Mango. Perché mi piaceva e mi piace molto la sua musica, sento vicini i suoi testi. E in un certo senso era delle mie parti perché Lagonegro dove Pino Mango è nato, dista trentuno minuti d’auto da Sassano, meno di 40 chilometri. Non c’è una canzone di Mango che non mi faccia provare i brividi.

Del suo nuovo progetto oltre quello che ha già detto in sede di presentazione cosa può dirmi?

Beh che se un tempo ero sola, adesso ho uno splendido team che mi supporta e sopporta (sorride N.d.A.) In questo campo avere qualcuno accanto che con sincerità e professionalità ti segue è molto importante.

Infine, Sassano è conosciuta come il Paese delle Orchidee, in generale in molte culture questo fiore è anche di buon augurio, lei che rapporto ha con questo fiore?

Adoro le orchidee, le curo e le coltivo a casa ne avrò quasi trentacinque e mi riconosco in questo fiore, per l’innocenza, la passione la vitalità che rappresenta.

Grazie a Narihlù

di Luigi De Rosa

Narihlù
Narihlù

La valle delle orchidee di Sassano (SA)
La valle delle orchidee di Sassano (SA)

 

  

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