L’interessante racconto di Eugenio Lorenzano: “La storia di due famiglie ebree rifugiatesi a Meta nel 1943”

Riportiamo il bellissimo articolo pubblicato da Eugenio Lorenzano sul suo blog nel quale ci parla di due famiglie ebree rifugiatesi a Meta nel 1943: «Solo una serie di incredibili coincidenze mi hanno portato a ricomporre il 70% delle tessere di un mosaico difficile e complesso inerente la storia di due famiglie ebree che riuscirono a rifugiarsi sotto mentite spoglie a Meta, un piccolo comune della penisola sorrentina nel 1943. Tutto iniziò nel 1987, quando telefonai all’Avv. Rino Foggia di Napoli per chiedere alcune informazioni per visitare la sinagoga napoletana sita in via Cappella Vecchia. Dopo avermi dato le corrette informazioni l’Avv. Foggia mi chiese da dove provenissi e gli risposi candidamente che fossi originario e vivessi a Meta; al che l’Avv. ebreo-napoletano mi ricordò con allegria e vivacità che due famiglie ebree si fossero rifugiate o forse nascoste proprio a Meta ovvero la famiglia Sacerdoti e la famiglia Salmoni (o forse Salomoni o Salomone). Nel Febbraio 2021 una mia amica di infanzia mi rivelò che il suo nonno materno Raffaele Pennino, vigile urbano facente funzione di sottufficiale di Polizia di Stato nel Comune di Sorrento avesse in qualche modo salvato due famiglie ebree rifugiatesi a Meta nel 1943. Immediatamente collegai i due episodi avvenuti a 34 anni di distanza e mi posi quindi alla ricerca di questa storia tanto intrigante quanto difficile da ricostruire. Nel 1943 Meta costituiva insieme a Piano, Sant’Agnello e Sorrento un unico comune denominato appunto Sorrento; Raffaele Pennino seppure vigile urbano era di simpatie antifasciste ed insieme ad altri compagni e compagne aveva segretamente organizzato un piccolo gruppo operativo che si riuniva segretamente all’interno dello storico “Circolo Juventus” (nulla a che vedere con la compagine calcistica) sito appunto a Meta in Via Vocale. Il gruppo era costituito da un medico Dr. Luigi Cappiello, noto attivista comunista, da Raffaele Trapani detto “Fefè da’ posta”, ufficiale telegrafista presso l’ufficio postale di Meta, esperto ed appassionato di innovazioni tecniche e tecnologiche, dai maestri falegnami Michele Gagliardi e Roberto Romano detto “Pozzo” e dalla Signora Caterina Calabrese. Questo gruppo di compagni si attivò tramite compagni napoletani ad ospitare segretamente a Meta le due famiglie ebree. La famiglia Sacerdoti era costituita da Renato Sacerdoti, che era stato costretto ai lavori agricoli coatti a Tora e Picilli (località in provincia di Caserta) e dalla sua neo-moglie Sara Benedetti sposata da pochi giorni. Sacerdoti usufruì della licenza matrimoniale per sposarsi a Napoli e per poi scappare e rifugiarsi a Meta. Sacerdoti e la Benedetti furono nascosti da Domenico Russo (detto Mimì da’ Cesina) nei pressi del cimitero metese dove appunto egli era coltivatore diretto. La coppia di ebrei si nascose all’interno di una sorta di baracca situata in un luogo sicuro e seminascosto dai pergolati di un rigoglioso agrumeto. Tra l’altro Domenico Russo aveva già in precedenza aiutato e nascosto un parente che ebbe problemi con le autorità fasciste qualche anno prima. Renato Sacerdoti ha confermato ciò che abbiamo scritto sulla rivista “Shalom” n°5 del 1994 in un’intervista che riportiamo di seguito a questo articolo. Mentre la famiglia Salmoni (o forse Salomoni) si rifugiò a Via Lamma 20-22 a Meta bassa presso l’abitazione dei fratelli Antonino e Gioacchino Ruggiero detti “e’ Marianone” (nipoti di un gentiluomo che si chiamava Mariano Ruggiero detto “Marianone” per la sua notevole altezza e mole). A detta dei parenti e discendenti di Pennino, che viveva a Meta, il sottufficiale di polizia/ vigili urbani ebbe notizia di un fonogramma delle autorità di polizia probabilmente intercettato dal telegrafista postale Raffaele Trapani dove si evinceva per l’indomani l’ordine di un operativo che avrebbe condotto all’arresto sia delle due famiglie ebree che delle due famiglie metesi ospitanti. Qualche spia aveva probabilmente parlato e comunicato alle forze di polizia della presenza delle due famiglie ebree nascoste a Meta. Il Maresciallo Pennino si recò quindi nella serata precedente al supposto operativo presso le abitazioni di Domenico Russo e dei fratelli Ruggiero al fine di permettere la fuga dei rifugiati ebrei. Sacerdoti scappò verso Napoli e da lì poi si aggregò ad un battaglione di volontari fiancheggiatori delle truppe alleate nella seconda guerra mondiale come da lui stesso dichiarato nell’articolo; mentre i fratelli Ruggiero organizzarono una divisione della famiglia Salmoni in singole unità che furono distribuite tra varie famiglie di Meta bassa così da non essere notati. Sembrerebbe che la famiglia Salmoni fosse numerosa. Purtroppo sulla famiglia Salmoni, al momento non abbiamo trovato riscontri, se non nei racconti che il medico Luigi Cappiello rivelò al figlio di questa vicenda; e va precisato che non siamo certi nemmeno dell’esatto cognome della famiglia ebrea in questione. Gli stessi discendenti dei fratelli Ruggiero erano all’oscuro di questa vicenda. Probabilmente sia i Ruggiero che Russo, ovvero i capifamiglia ospitanti, anche dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista hanno voluto mantenere segreto il tutto, forse ancora timorosi di poter incappare in qualche problema legale. Un altro dettaglio che conforta le nostre ricerche sono state le comunicazioni su pizzini che le due Famiglie ebree avevano con Benedetto Croce in quei frangenti, a detta delle dichiarazioni che l’Avvocato Rino Foggia mi rese in quella telefonata. Benedetto Croce, notoriamente antifascista, in quel periodo si era autoconfinato nella Villa Tritone di Sorrento. Questi pizzini venivano portati spesso dalla figlia maggiore di Pennino: Laura, che quotidianamente si recava da Meta sino a Marina Grande di Sorrento per recarsi a scuola. L’edificio scolastico era praticamente attiguo alla Villa Tritone e risultava semplicissimo quindi consegnare questi messaggi. A confortare la presenza sporadica di Benedetto Croce a Meta, la signora Cafiero abitante di Piazza Scarpati mi confidò di aver notato la presenza del filosofo nei pressi della sua abitazione vicinissima alla casa dei Ruggiero. La carrozzella che trasportava Croce da Sorrento a Meta poteva solo sostare nella contigua Piazza Scarpati. Ricorderemo questa vicenda alla casa municipale di Meta alle ore 16.00 di Domenica 13 Novembre 2022 alla presenza del Presidente dell’attuale comunità ebraica napoletana: Dr. Lydia Shapirer, oltre all’ing. Roberto Modiano ed il famoso giornalista Nico Pirozzi, specializzato sulla comunità ebraica napoletana. Proprio la disponibilità e l’esperienza di Nico Pirozzi ci ha permesso di scovare quell’articolo inerente Sacerdoti. Credo che sarà un momento emozionante parlare di quelle vicende.».