Luca Coppola e gli altri morti innocenti: basta stragi stradali!
Sorrento ( Napoli ) . Il 21 settembre un tragico incidente stradale si è portato via come in un soffio di vento un giovane sorrentino di grande spessore umano e morale, pochi giorni prima del suo venticinquesimo compleanno: Luca Coppola, un ragazzo meraviglioso amato e apprezzato da tutti.
Non il primo, non l’ultimo: i numeri degli incidenti stradali sono in crescita vertiginosa nel periodo post-pandemico. L’Asaps ha comunicato che solo nel weekend del 7-9 ottobre sulle strade italiane ben 45 persone hanno perso la vita, un numero di vittime insolitamente alto per un periodo autunnale. Poco meno della metà delle vittime aveva meno di 35 anni. Numeri terribili, ma in realtà sono ben altro che numeri: sono storie di vita, esistenze umane stroncate nel pieno delle loro potenzialità, famiglie la cui felicità è stata spezzata per sempre.
L’incidentalità stradale rappresenta un’emergenza globale che comporta 1,35 milioni di morti l’anno e tra i 20 e 50 milioni di feriti. Ogni giorno praticamente oltre 3.700 persone muoiono sulle strade del mondo. Un prezzo inaccettabile da pagare per la mobilità, soprattutto se si considera che gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte e invalidità per bambini e giovani di età compresa tra 5 e 29 anni nei Paesi industrializzati, distruggendo il capitale umano più prezioso della società.
Nell’Unione europea, ogni anno circa 22.700 persone perdono la vita sulle strade e circa 120.000 rimangono gravemente ferite. Solo in Italia ogni anno ci sono praticamente 1 morto e 70 feriti ogni due ore. Complessivamente, per ogni milione di abitanti si contano 44,7 morti per incidente stradale in Ue, 48,6 nel nostro Paese.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2010 stabilì una serie di misure per ridurre in 10 anni le vittime di incidenti stradali del 50%: il cosiddetto “decennio di azione per la sicurezza stradale 2011-2020” (Decade of Action). L’obiettivo è stato mancato, per esempio in Unione europea il numero di morti sulle strade è sceso del 36%, in Italia del 42%. In realtà, i risultati sarebbero stati ancora peggiori se non ci fosse stato il Covid-19, che ha portato il tasso di mortalità ai minimi storici, grazie ai periodi di lockdown imposti dai decreti governativi per contenere la diffusione dei contagi, che hanno determinato il blocco quasi totale della mobilità e della circolazione, influendo in maniera determinante sull’incidentalità stradale. Ad esempio, nell’Unione europea si sono registrati nel 2020 circa 4.000 decessi in meno sulle strade rispetto al 2019 (-17,1%). Dal 2021, tuttavia, il numero di incidenti, di feriti e di vittime è violentemente ripreso.
Nel 2021 si sono registrati solo in Italia, in base al “Report incidenti stradali” dell’Istat, 151.875 incidenti con lesioni a persone, +28,4% del 2020, con 2.875 morti (+20,0% rispetto all’anno precedente), tornando quasi ai livelli pre-pandemia. La fascia di età più colpita è stata quella tra i 20 e i 24 anni.
In circa il 70 % degli incidenti stradali mortali nelle aree urbane sono coinvolti gli utenti della strada più vulnerabili: pedoni, motociclisti e ciclisti.
A ottobre 2021, gli europarlamentari hanno approvato una risoluzione a favore di una mobilità sostenibile e intelligente che renda le strade dell’Ue più sicure, per raggiungere l’ambizioso obiettivo di zero morti sulle strade entro il 2050, inserito nella Dichiarazione di Stoccolma di febbraio 2020.
Perché ciò accada, la sicurezza stradale deve diventare una priorità di tutti. La perdita anche di una sola persona sulla strada è un’amputazione cui una società civile non può e non deve rassegnarsi. Facciamo qualcosa nel nome di Luca e di altre vittime innocenti come lui affinché il loro sacrificio non sia stato vano.
Carlo Alfaro