Si attende il DNA del corpo ritrovato nel bosco San Benedetto, si pensa possa essere Marzia Capezzuti
Si attende il DNA del corpo ritrovato nel bosco San Benedetto, si pensa possa essere Marzia Capezzuti.
Secondo quanto riferisce Gabriele Bojano sul Corriere del Mezzogiorno, solo il test del Dna potrà determinare se il corpo femminile, in avanzato stato di decomposizione trovato nel tardo pomeriggio in un casolare tra Pontecagnano e Montecorvino Pugliano, sia di Marzia Capezzuti, la 29enne originaria di Milano di cui sono perse le tracce dal 7 marzo scorso, il giorno prima del suo compleanno. Sul caso al momento la Procura di Salerno, che ha già da tempo iscritto nel registro degli indagati cinque persone per omicidio e occultamento di cadavere, tra cui alcuni parenti del fidanzato di Marzia – oggi defunto – continua a mantenere il più stretto riserbo.
Una storia di solitudine e degrado, quella della povera Marzia. Una donna con fragilità.
A «Chi l’ha visto?» un uomo davanti alle telecamere ha fornito un racconto da film horror. Ha riferito di botte, insulti, privazioni e, ha anche dichiarato che la ragazza sarebbe stata costretta anche a prostituirsi. «Un giorno l’hanno picchiata davanti a me – ha dichiarato il presunto testimone a «Chi l’ha visto?» –, strisciava e non poteva muoversi, la scassavano di mazzate». L’uomo avrebbe inoltre raccolto le confidenze di un’altra persona che sarebbe entrata in contatto con Marzia: «Mi ha detto che le mettevano la testa nel gabinetto e tiravano lo sciacquone, le facevano i filmini, la facevano prostituire, le tiravano i denti con la pinza, con la tenaglia». Secondo il suo racconto, Marzia Capezzuti sarebbe stata trattata «da schiava», segregata «sottoterra» e costretta a dormire in cantina.
Tutti gli elementi portano a pensare che si tratti della ragazza scomparsa un anno fa da Pontecagnano Faiano, Marzia Capezzuti. Adesso si attende il DNA disposto dagli inquirenti per accertare l’identità del cadavere. Data la situazione si riserba la massima delicatezza.