Sorrento, il caro bollette rischia di far chiudere molte attività

8 ottobre 2022 | 11:29
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Sorrento, il caro bollette rischia di far chiudere molte attività

Le bollette della luce per molti punti di vendita sono passati ad un forte incremento, sono passate da 15000mila euro totali a 5000mila euro. I costi energetici negli ultimi mesi si sono quadruplicati, l’impegno economico per molte imprese nella penisola Sorrentina col passar del tempo sta diventando sempre di più insostenibile. Molti negozi infatti in questo ultimo periodo si sono dato un tempo limite fino al 30 novembre. Se non dovesse cambiare la situazione, il primo dicembre, se la situazione diventerà insostenibile, rischiano di  chiudere gli esercizi commerciali della Penisola Sorrentina, in questo modo rischiano anche i dipendenti dei negozi, saranno costretti i titolari a mettere i dipendenti in cassa integrazione o a licenziarli .

L’aumento vertiginoso dei costi energetici  negli ultimi mesi, causati dalla guerra, sta piegando sempre di più  le attività dei commercianti della nostra città, mettendo in crisi anche i marchi consolidati vivono la crisi con profonda difficoltà: “Ho pagato tutte le bollette, ma sto lavorando in perdita ormai da mesi. I costi hanno assottigliato i ricavi. Se non riesce la mia azienda, con una robusta struttura industriale, a far fronte all’aumento dei costi energetici, come potranno riuscirci le piccole realtà commerciali?”. 

Le uniche soluzioni sarebbero quelle di prendere in considerazione il modello francese o anche quella tedesca, si spera che il Governo possa trovare delle nuove soluzioni sia per le famiglie che per le imprese.  “Basterebbe seguire il modello francese che prevede il pagamento, da parte dello Stato, della della parte di costi in bolletta attribuibile alle speculazioni finanziarie del mercato. Oppure si potrebbe importare la procedura tedesca che offre ristori ai commercianti per coprire l’aumento delle spese sulle fatture energetiche. Se nulla sarà fatto, andremo incontro ad un rapido crollo del tessuto economico italiano”.