Sorrento, roghi d’autunno tra vivibilità e turismo.
Nonostante le opportune ordinanze e le raccomandazioni alla bio triturazione, in queste settimane si continua ad assistere alla diffusa pratica di bruciare gli scarti vegetali ,da parte dei proprietari dei fondi agricoli. Una malsana consuetudine che oltre alla salute dei cittadini, danneggia l’immagine di un territorio che continua ad autodefinirsi a forte vocazione turistica.
Sorrento – In queste settimane lungo il nostro territorio, come spesso è capitato in passato, viene evidenziata la presenza di numerosi roghi conseguenti alla pulizia dei fondi agricoli, in attesa della raccolta delle ulive. Una usanza, quella di dar fuoco a foglie, sterpaglie e altri residui vegetali, da parte dei proprietari terrieri, mal tollerata dalla popolazione che troppo spesso è costretta a subire quella che a tutti gli effetti si rivela essere una arrogante e pericolosa attività. Un disagio ulteriormente accentuato dalla forte umidità che sta caratterizzando questo periodo, con conseguente incremento del fumo che rende l’aria irrespirabile, e che spesso costringe i cittadini che abitano in prossimità dei fondi agricoli, a chiudersi in casa. Non solo in queste mattinate è facile rilevare importanti strutture turistiche avvolte dai fumi intensi provocati dalle combustioni, che spesso provocano forti preoccupazioni anche da parte degli ospiti alloggiati. Nei cui paesi di provenienza tale pratica e del tutto inammissibile. Difficile far comprendere, da parte degli addetti ai lavori, che il fenomeno è frutto di una evidente irresponsabilità da parte di chi con egoismo e arroganza continua a persistere in tale attività sebbene spesso anche consapevole del danno provocato alla comunità e all’economia locale. Inutile ribadire che il fumo provocato dai roghi di vegetali, si rivela essere altamente nocivo alla salute umana, in quanto la combustione interessa anche vegetali trattati con diserbanti, insetticidi e concimi chimici. Non solo spesso nei fumi si riscontra un forte ed irrespirabile odore di combustione di materiali plastici che sta a dimostrare come il tutto avviene in maniera approssimata. Secondo gli esperti, gli effetti immediatamente tangibili dei fumi generati dai roghi sulla salute umana, sono irritazioni alla gola e agli occhi, mal di testa, tosse secca, ed effetti devastanti sui soggetti asmatici allergici. Mentre un altro grave aspetto da considerare che non può essere trascurato, è quello relativo alla produzione di benzopirene. Un idrocarburo classificato cancerogeno, categoria 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro. Giacché viene facilmente assorbito dalle polveri sottili, PM10 e PM2,5 che scaturiscono dalla combustione di biomasse. Queste micro particelle non sono filtrabili e vanno direttamente nelle basse vie respiratorie, entrando in circolo nel corpo umano e animale con gravissime conseguenze per l’organismo. In un tale contesto, nonostante l’esistenza di specifiche ordinanze, finora si è continuato a rilevare che il fenomeno persiste. A nulla è valso l’attività del Comando di Polizia Municipale che ha provveduto, a seguito di segnalazioni, con successivi solerti interventi, verbalizzando gli autori dei roghi. Tuttavia , come spesso capita, deve essere sempre il cittadino ad esporsi quanto sarebbe normale, anche sotto tale aspetto, una vigilanza del territorio da parte delle Autorità preposte. Ultimamente l’ Amministrazione capeggiata dal Sindaco Massimo Coppola ha invitato i proprietari dei fondi agricoli ad adoperarsi nel praticare soluzioni alternative come i bio trituratori. Sotto tale aspetto, opportuno sarebbe promuovere lungo il territorio i nuovi criteri di intendere l’agricoltura nonché le nuove tecnologie che ormai già da tempo permettono di superare determinate difficoltà. – 26 ottobre 2022 – salvatorecaccaviello
Foto: Nello Trapani