Amalfi, sequestro di oltre 1,7 milioni di euro per evasione di Iva: tre arresti

11 novembre 2022 | 11:21
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Amalfi, sequestro di oltre 1,7 milioni di euro per evasione di Iva: tre arresti

Nei guai due società che vendono rame

Amalfi, sequestro di oltre 1,7 milioni di euro per evasione di Iva: tre arresti.

La Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, applicativa della custodia domiciliare nei confronti del 37enne D.F. di Amalfi, del 53enne V.R. di Montefalcione in provincia di Avellino e del 65enne S.I. di Salerno (legato alla General Trade), nonché un provvedimento di sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore complessivo di oltre 1,7 milioni di euro nei confronti delle società Copper & Alluminio e Trading & Copper srl, rappresentate rispettivamente dall’amalfitano D.F ed G. A. di Castellammare di Stabia ed amministrate di fatto da V.R.; sono stati, altresì, eseguiti diversi decreti di perquisizione nei confronti di persone fisiche e giuridiche. i

A notificare i provvedimenti, emessi dall’autorità giudiziaria locale, sono stati i finanzieri del Gruppo Salerno e della tenenza di Amalfi (agli ordini del colonnello Margarita).

L’inchiesta, cominciata nel 2019 dalla tenenza all’epoca di stanza a Positano,  è relativa a catodi di rame, che veniva messa in allerta da sospette operazioni bancarie, scoprendo che il D.F. di Amalfi, veniva utilizzato come prestanome, anche pur non lavorando, di società che commercializzavano in rame, e riceveva ed emetteva fatture ( si parla di 25 milioni di €).

Continuando le indagini gli uomini guidati dal comandante della Guardia di Finanza Domenico Ruggiero, hanno portato alla luce un giro di società create ad hoc per lo scambio di fatture dall’estero (quindi esenti da Iva) che rimbalzavano a società del nord Italia.

Al sud si trovavano aziende che effettivamente non erano reali che fatturavano solo il rame proveniente dall’estero, ma in definitiva l’oro rosso arrivava direttamente al nord, che portavano a detrazione comunque l’Iva.

I reati contestati sono quelli di associazione finalizzata a commettere una pluralità di delitti di evasione fiscale, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti finalizzate alla creazione di un indebito credito Iva ai danni dello Stato; in particolare, il sistema adottato dagli indagati risulta denominato, in ambito finanziario, “reverse charge”, con conseguente omesso versamento dell’Iva, da parte delle società “cartiere” (tra le altre la Copper e Alluminio S.r.l. e la Trading e Copper S.r.l. di Napoli, la General Trade con sede a Valva e la Metal Copper S.r.l. di Afragola) e, dall’altro, l’acquisizione di un indebito credito di imposta rilevabile dalle dichiarazioni annuali degli effettivi acquirenti.