Bruce Lee: un nuovo studio apre una nuova ipotesi sulla sua misteriosa morte

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Bruce Lee: un nuovo studio apre una nuova ipotesi sulla sua misteriosa morte. Uno studio pubblicato nel numero di dicembre del Clinical Kidney Journal afferma di aver risolto il giallo della morte dell’attore Bruce Lee, la leggenda delle arti marziali deceduta in circostanze misteriose a Hong Kong, nella casa dell’attrice Betty Ting Pei, nel luglio del 1973 a 32 anni.

Assassinato dai gangster, stroncato da un infarto, fiaccato da un colpo di calore, avvelenato da Ting Pei e dall’agente Raymond Chow, colto alla sprovvista dalla reazione allergica alla pastiglia di aspirina e meprobamato assunta per alleviare il mal di testa: da quasi cinquant’anni le speculazioni sull’improvviso decesso di Lee non sono certo mancate.

All’epoca i medici stabilirono come causa ufficiale del decesso un edema cerebrale, ma la ricerca, rilanciata sui media americani, suggerisce che Lee sia morto “per una forma specifica di disfunzione renale, ossia l’incapacità di espellere abbastanza acqua. Questo può causare iponatriemia, edema cerebrale e morte entro poche ore se l’assunzione in eccesso di acqua non è abbinata all’eliminazione dell’acqua nell’urina”.

Secondo gli specialisti spagnoli dei reni che hanno condotto lo studio, Lee probabilmente è morto per iponatremia, ovvero una concentrazione “anormalmente” bassa di sodio nel sangue, che può essere causata dall’avere troppa acqua nel corpo.

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