Eboli: altre ragazzine nei gruppi del “fotografo” che ha violentato una dodicenne

15 novembre 2022 | 09:28
Share0
Eboli: altre ragazzine nei gruppi del “fotografo” che ha violentato una dodicenne

Eboli: altre ragazzine nei gruppi del “fotografo” che ha violentato una dodicenne. La ragazzina di dodici anni adescata dal trentottenne di Eboli, che si era finto fotografo per avvicinarla e consumare una violenza, non sarebbe l’unica minorenne nei gruppi Telegram – uno su tutti eloquentemente definito «Giovanissimi Hot» – creati dall’uomo, finito in carcere all’alba di sabato, quando i carabinieri della Compagnia di Battipaglia, agli ordini del capitano Samuele Bileti, supportati dagli agenti della polizia postale, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip, Giandomenico D’Agostino, che ha accolto la misura richiesta da Gianpaolo Nuzzo, pm titolare delle indagini per violenza sessuale, estorsione – del cellulare sottratto alla piccola per rispondere con l’inganno ai messaggi del padre prima dello stupro, così da giustificare il ritardo, e carpire il contatto della vittima – e detenzione di materiale pedopornografico, tutti reati aggravati.

Lo smartphone dell’uomo è finito sotto sequestro: al vaglio degli investigatori ci sono tutte le chat del “fotografo” di «nudo artistico». Pure quelle nei gruppi – con altre ragazzine – animate da messaggi molto spinti inviati dall’uomo, che mutava di continuo il proprio nickname e le immagini del profilo, spesso ricorrendo pure a cartoni animati. La Procura indagherà ancora sul telefonino, passando al setaccio i contatti dell’uomo: la priorità è capire se i contatti tra l’ebolitano e le altre ragazzine si siano limitati a Telegram o siano andati oltre.

Poi s’investigherà sulla provenienza dell’immane archivio pedopornografico custodito dal figlio del medico dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Eboli: ben 101 file, tra foto e video, che di certo non hanno avuto origine dal nulla. Oggetto della seconda fase delle indagini sarà appurare la provenienza del materiale rinvenuto nella memoria del Redmi Note 9 Pro dell’uomo e nell’ hard disk esterno: è già stato appurato che buona parte dei contenuti multimediali arriva da Telegram, ma sarà premura della magistratura, col supporto della polizia postale, capire chi li ha forniti all’uomo e se, oltre a riceverli, li ha mandati.  Il modus operandi tutt’altro che improvvisato sospinge gli inquirenti in direzione d’una pista investigativa che potrebbe vedere l’uomo in una vera e propria rete di scambi pedopornografici.

Fonte: La Città di Salerno