Francesco Sabbatino pubblica il suo decimo libro “Ti racconto Don Bosco”
Francesco Sabbatino, santanellese, educatore da una vita di generazioni di giovani, si presenta nuovamente al pubblico con un libro dedicato al suo ispiratore, San Giovanni Bosco, il fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. “Ti racconto don Bosco” è il decimo libro che pubblica a partire dal 2014, un bel traguardo, proprio nel solco delle indicazioni di don Bosco, che disse: “Il Signore coprirà di benedizioni quanti diffonderanno la buona stampa”.
Per il Santo, la scrittura era il modo di recare informazioni e spunti di cambiamento ai giovani e alle persone messe ai margini della società per allontanarli da un destino di esclusione e povertà. Per questo ha pubblicato centinaia di opere e ha invitato tutti i suoi seguaci a scrivere. Da qui la massima che “i Salesiani non fanno figli ma fogli”. E così ha fatto Sabbatino, che dopo aver pubblicato biografie, racconti, libri di preghiere, consigli per i ragazzi, esce ora col suo libro più difficile, perché per lui don Bosco è stato come un secondo padre. E tutta questa devozione e affinità col Santo si percepisce in ogni riga del libro.
Un libro che è testimonianza di fede, impegno e passione da parte dell’autore. Il testo è uscito il 4 ottobre 2022, proprio nel giorno di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia, cui don Bosco era molto legato, e nel mese missionario, in ricordo della prima missione dei Salesiani, in Argentina, nell’ottobre del 1875. La prima presentazione dell’opera si è tenuta a Villa Crawford a Sant’Agnello, proprio dove l’autore iniziò la sua opera di educatore, nel lontano 1986. Il testo di Sabbatino è destinato in particolar modo ai giovani, affinché dalla vita esemplare del Santo trovino ispirazione e incoraggiamento. Proprio ai giovani cui don Bosco, come lo stesso Francesco, ha dedicato la sua esistenza. Don Bosco fu Padre, Maestro ed Amico dei giovani. Li tirava fuori dalla strada, dal degrado, dalla miseria e dalla solitudine, per offrire loro rifugio, cibo, istruzione, educazione morale, svago, socialità e apprendimento di un mestiere. Il suo fu un apostolato in mezzo ai giovani. Con l’aiuto della instancabile madre Margherita, fondò un oratorio e un internato, dove offriva ai ragazzi un percorso integrato di realizzazione umana e cristiana. Quella di salvare i giovani fu la sua missione di vita: “Per voi lavoro, per voi scrivo, per voi sono disposto a spendere la mia vita, fino all’ultimo respiro”. Egli credeva fortemente nella preghiera fatta di azioni concrete: per lui ogni opera compiuta a fin di bene era preghiera. “Pregare”, disse il Santo, “è elevare i nostri cuori in alto al Signore. Dio è Padre e come tale ci ama e ci ascolta”. Pur ostacolato tantissimo dalle autorità ecclesiastiche, don Bosco, lavorando incessantemente, riuscì a diffondere il suo metodo educativo in tutta Italia e nel mondo. Quando morì, il 31 gennaio 1888, i Salesiani erano 773. Oggi nel mondo sono oltre i 15.000, presenti in tutti i cinque Continenti. La Congregazione Salesiana è una delle più attive e feconde.
San Giovanni Bosco è uno dei pochi Santi amati e riconosciuti anche da chi non è credente, perché la sua dedizione ai giovani è un valore universale, interconfessionale. Il suo messaggio più significativo resta l’invito all’azione ai giovani: rifuggire la noia e la pigrizia per impegnarsi concretamente a costruire la propria personalità adulta. E anche l’invito alla gioia: la vita intesa come festa e la fede come felicità. “La mia più grande soddisfazione è vedervi felici”, affermava il Santo. Le similitudini tra Francesco Sabbatino e il suo modello santo sono tante. Anche Sabbatino, come don Bosco, combatte una strenue battaglia quotidiana per “far girare il bene”, come usa dire, e farsi dono agli altri, attraverso messaggi di fede e speranza. Salesiano dal 1996 al 2006, ha girato l’Italia nel ruolo di educatore dei giovani nelle comunità di don Bosco, e poi, tornato alla sua Sant’Agnello e smesso il saio, ha continuato a prodigarsi nella sua missione, traducendo la sua esperienza nei suoi preziosi libri. Approdato sui social, Francesco continua instancabile la sua opera di evangelizzazione anche su facebook e whatsapp. Perché ha compreso benissimo che oggi, nell’epoca dei social network, anche i Santi devono camuffarsi un po’ da influencer per essere una valida guida verso la bontà e la cristianità. Del resto, anche Papa Francesco ci ha detto di imparare a valorizzare “i Santi della porta accanto”: persone come Francesco Sabbatino che, nella loro gentile normalità, sono esempio fulgido del “popolo fedele di Dio”, modelli e testimoni di quella santità che è fatta soprattutto di esperienza di amore.
Carlo Alfaro