La Cappella del Cimitero di Positano e il suo culto
La Cappella di Santa Croce è la piccola chiesetta che si trova nel Cimitero Comunale di Positano, il quale, disposto su più livelli, offre un panorama incomparabile che si apre verso l’orizzonte blu del mare. Sia la Cappella sia il Cimitero sono ubicati nella contrada positanese di Santa Croce, che prende il nome da una Chiesa oggi scomparsa, di più antica fondazione, che, col passare del tempo, fu inglobata in una casa privata posta sul bivio dell’omonima via che conduce sia al cimitero che a Montepertuso. Il culto di quest’ultima fu, per così dire, “esportato” nella Cappella in questione, che è abbastanza recente, del 1852, anno in cui fu inaugurato proprio il Cimitero di Positano. Per la nostra cittadina, quindi, l’editto napoleonico di Saint Cloud del 1804 (estensione nel 1806 nel Sud Italia), secondo cui i cimiteri dovevano essere costruiti fuori dai centri abitati, con la conseguente proibizione di continuare a seppellire i morti nelle chiese, fu applicato con molta calma.
Nel nostro Cimitero sono sepolti, senza alcuna distinzione, defunti di diverse confessioni religiose. Ricordiamo in questa sede alcuni fra i tanti ospiti stranieri, che hanno segnato la storia novecentesca di Positano e che ora riposano nel nostro camposanto: lo scrittore musulmano (l’unico di questa religione presente nel nostro Cimitero) originario dell’Azerbaijan, Lev Abramovic Nussimbaum, in arte Essad Bey o Kurban Said, sulla cui stele marmorea sormontata da un turbante, rivolta verso la Mecca, è inciso in caratteri arabi “In nome di Dio clemente e misericordioso Essad Bey 1905 – 1942”; lo scrittore russo Michail Semenov con la moglie Valeria Teja; Teodor Massine, padre del grande ballerino russo Leonide Massine; Mechtild Andres, figlia dello scrittore tedesco Stefan Andres; e tanti altri come Giovanni Zagouriko, Eduardo Ghillausen, Bruno Marquardt; ecc.
Il culto della Santa Croce non è presente solo in questo quartiere di Positano, ma anche nella frazione di Nocelle. Esso rappresenta la venerazione e la celebrazione della Vera Croce, sulla quale, secondo i Vangeli, fu crocifisso Gesù.
Secondo la tradizione cristiana, la Vera Croce venne ritrovata a Gerusalemme nel IV secolo, e conservata in parte lì, in parte a Costantinopoli e a Roma. La reliquia di Gerusalemme vi rimase fino al 1187, quando se ne persero le tracce dopo la conquista della Città Santa da parte di Saladino. In diversi luoghi esistono frammenti che si vorrebbe provengano da essa.
La Chiesa cattolica, molti gruppi protestanti (spesso quelli di origine anglicana) e gli ortodossi celebrano la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre (in precedenza era il 3 maggio), anniversario della consacrazione della chiesa del Santo Sepolcro. Nei secoli successivi questa festività incluse anche la commemorazione del recupero della Vera Croce dalle mani dei Persiani, nel 628. In aggiunta alle celebrazioni nel giorno prefissato, ci sono alcuni giorni delle festività mobili in cui viene festeggiata la Croce. La Chiesa cattolica compie la formale adorazione della Croce durante gli uffici del Venerdì Santo, mentre gli Ortodossi celebrano un’ulteriore venerazione della Croce la terza Domenica della Grande Quaresima. In tutte le chiese greco – ortodosse, durante il Giovedì Santo, una copia della Croce viene portata in processione, affinché la gente la possa venerare.
Gennaro Cuccaro