Mazzette per le concessioni demaniali. E’ ora che Positano chieda di poter gestire direttamente il proprio molo e gli sbarchi
Nelle ultime ore fa molto discutere la vicenda delle mazzette per le concessioni demaniali tra costiera amalfitana e penisola sorrentina. L’indagine della Guardia Costiera di Napoli, coordinata dalla Dda (sostituti procuratori Henry John Woodcock e Giuseppe Cimmarotta) ha portato all’arresto di 9 persone (finite tutte ai domiciliari) e 44 indagati. A loro carico ben 32 capi di imputazione. Tra i protagonisti anche noti imprenditori del settore marittimo e pubblici ufficiali dell’unità operativa dirigenziale trasporto marittimo e demanio marittimo della Regione Campania.
Secondo la pubblica accusa, gli indagati avrebbero contribuito ad alterare il processo amministrativo volto all’assegnazione non solo delle concessioni marittime, ma in particolare quelle relative alle biglietterie. In cambio di denaro avveniva il rilascio e la proroga delle concessioni demaniali. In altre occasioni, ai funzionari pubblici venivano offerti biglietti di traghetti e aliscafi. L’obiettivo era quello alterare le procedure che vengono seguite per la scelta del concessionario.
Sono anni che Positanonews scrive riguardo alle stranezze delle concessioni delle linee marittime che arrivano dalla Regione Campania.
Attraverso il nostro giornale abbiamo da sempre denunciato l’anomalia delle troppe corse via mare a Positano. Riteniamo che, fermo restando che vi è la presunzione di innocenza e siamo sicuri che molti rimarranno estranei, dopo questa inchiesta, sia giunto il momento che il Comune di Positano prenda in mano la situazione e decida di gestire autonomamente le vie del mare. Purtroppo è fin troppo evidente che a livello centrale diventa molto semplice riuscire a corrompere su linee che riguardano più paesi.
A questo punto è necessario cercare di cambiare le cose e, per farlo, si deve chiedere alla Regione Campania di cedere a Positano la gestione del suo molo anche per quanto riguarda le linee di trasporto. In particolare per motivi ambientali e per l’eccessivo impatto antropico , con più di un milione di sbarchi che arrivano. Una decisione che non si può rimandare se si vuole tutelare l’immagine del paese, la sua economia e l’operato di chi porta avanti il lavoro in modo onesto e con grandi sacrifici che non possono essere compromessi da chi decide di operare in modo illecito e nell’ombra.