Meloni vuole il gas italiano: trivelle di fronte ad Amalfi e Positano
Il Presidente del Consiglio nel 2016 fece campagna elettorale per abrogare la legge sulle trivellazioni, predicando “la difesa del nostro ambiente e del nostro mare”.
Meloni vuole il gas italiano: trivelle di fronte ad Amalfi e Positano
Ora che è al governo e deve affrontare la crisi energetica, le concessioni non sono più un aiuto ai “poteri forti” ma la chiave per “ampliare le fonti di approvvigionamento”. Un’inversione a U che Salvini aveva già compiuto nel 2019: dalle magliette “Stop trivelle” alla guerra al M5s che voleva sospendere permessi e ricerche.
“Giorgia Meloni è Giano Bifronte, come Salvini. Fuori dal governo facevano entrambi le battaglie contro le trivelle perché dicevano che inquinavano i nostri Mari ed erano un favore alle lobby del petrolio. ” Così in una nota i co-portavoce di Europa Verde e deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra Eleonora Evi e Angelo Bonelli, che proseguono:
“Invece hanno approvato un emendamento al DL Aiuti Ter che dà il via libera alla devastazione dei nostri mari, in aree ambientalmente preziose come il Golfo di Napoli e di Salerno – di fronte ad Amalfi e Positano -, alle Isole Egadi – di fronte a gioielli ambientali come Marettimo e Favignana -, alle Isole Tremiti – dichiarate Patrimonio dell’UNESCO -, nel Golfo di Taranto.”
“In più – spiegano gli ecologisti -, con una politica mistificatoria, questo Governo sta facendo credere agli italiani che i nostri Mari siano ricchi di gas. Una grande bugia, smentita dai dati del MISE che indicano chiaramente che i giacimenti di gas sfruttabili dei nostri Mari non superano i 37 miliardi di metri cubi. Che mi equivalgono a meno di 6 mesi del nostro fabbisogno annuale.
Trivelle, le parole della premier Meloni
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso programmatico in Parlamento in occasione del voto sulla fiducia è stata chiara: “Dalla crisi energetica può nascere un’occasione: abbiamo il dovere di sfruttare a pieno i giacimenti di gas nei nostri mari”.
L’intenzione dell’esecutivo è quella di “accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la produzione nazionale”. Una strategia in linea con quella portata avanti negli ultimi mesi dall’ex ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, con il cosiddetto “piano trivelle” (PiTESAI) che ha sospeso la moratoria: previsti da un lato la riduzione del gas totale, dall’altro l’aumento di quello necessario direttamente dai nostri pozzi.