Naspi, dalla Costiera Amalfitana lavoratori stagionali in mobilitazione per lo sciopero del 2 dicembre.
Parte dalla Costa d’Amalfi l’appello ai lavoratori stagionali del turismo per Venerdì 2 Dicembre 2022, quando tutte le organizzazioni del sindacalismo di base italiane hanno proclamato lo sciopero generale intercategoriale nazionale. In piazza contro l’ulteriore taglio della Naspi e per un lavoro stabile, garantito e tutelato.
I lavoratori stagionali della Costiera Amalfitana tornano a mobilitarsi per dire “no” al taglio della NASpI, l’indennità mensile di disoccupazione.
Dopo le recenti decisioni da parte del Governo Meloni, circa l’ulteriore taglio al sussidio di disoccupazione, i lavoratori stagionali del turismo hanno deciso di mobilitarsi. Il segnale arriva dalla Costiera Amalfitana con un deciso “no” al taglio della Naspi. Reduci da una pesantissima stagione lavorativa, con picchi di lavoro mai raggiunti prima, ora la preoccupazione di trovarsi con pochi spiccioli nell’affrontare il duro periodo invernale è tanta. Il tutto con una guerra alle porte, una forte crisi energetica ed una inflazione galoppante. Ebbene di fronte a tale contesto il nuovo Esecutivo tra le tante situazioni da far fronte al momento non trova di meglio che modificare il sussidio di disoccupazione per gli stagionali dopo aver già proposto un forte taglio anche al Reddito di Cittadinanza. Mentre innovazioni come il salario minimo sembrano ritornare nel dimenticatoio. «La logica del governo è chiara: forza lavoro intesa come pura merce da utilizzare a proprio uso e consumo; matrice capitalistica in ambito economico e costante riduzione di diritti civili conquistati con la lotta» spiega l’attivista Stanislao Balzamo del coordinamento dei Lavoratori Stagionali della Costa d’Amalfi. Intanto il mondo del sindacalismo di base, la Flaica Cub e l’Anls, si sono dati appuntamento per il prossimo 2 dicembre, per uno sciopero generale intercategoriale nazionale. Sono interessati tutti i settori pubblici e privati, dalla sanità alla scuola, dalle fabbriche ai trasporti.
Ecco i motivi per cui è proclamato lo sciopero
-Rinnovo dei contratti e aumento dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e con recupero dell’inflazione reale.
-Introduzione per legge del salario minimo di 12 euro l’ora.
-Cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, congelamento dei prezzi, incameramento degli extra-ricavi maturati dalle imprese petrolifere, di gas e carburanti.
-Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
-Blocco delle spese militari e dell’invio di armi in Ucraina, nonché investimenti economici per la scuola, per la sanità pubblica, per i trasporti, per il salario garantito a disoccupati e sottoccupati.
-Rilancio di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche il riuso del patrimonio pubblico attualmente in disuso, a beneficio dei settori popolari e dei lavoratori.
-Fermare le stragi di lavoratori, introdurre il reato di omicidio sul lavoro.
-Fermare la controriforma della scuola e cancellare l’alternanza scuola-lavoro
-L’aumento delle risorse a favore dell’autodeterminazione, la tutela della salute delle donne e per combattere discriminazioni, oppressione nel lavoro, nella famiglia e nella società.
contro:
-Le privatizzazioni e il sistema di appalti/subappalti rafforzati dal DDL Concorrenza, che attaccano gli interessi collettivi a vantaggio di imprese e speculatori.
-L’Autonomia Differenziata che disgrega il paese e allarga le differenze sociali tra territori.
-La guerra e l’economia di guerra, vera sciagura umana e sociale per i popoli ed i lavoratori.
-L’attacco reazionario del governo Meloni ai diritti e alle agibilità democratiche, alla criminalizzazione dei migranti e all’ulteriore inasprimento della repressione del conflitto sociale e sindacale, con l’introduzione del reato di occupazione abusiva e raduni illegali”.
-L’ulteriore taglio della Naspi e per un lavoro stabile, garantito e tutelato. – 18 novembre 2022 – salvatorecaccaviello