Chi sperava in un governo vicino ai lavoratori precari e stagionali, rimarrà deluso se non fortemente preoccupato. Secondo le prime indiscrezioni, le modifiche da inserire nella prossima Legge di Bilancio, oltre alla rivisitazione del Reddito di Cittadinanza, riguarderanno il dimezzamento dell’attuale periodo di disoccupazione.
Il governo Meloni si appresta ad apportare, con la prossima Legge di Bilancio, modifiche sostanziali ai sussidi relativi ai meno abbienti e disoccupati. Nel mirino Reddito di Cittadinanza e Naspi. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica il Rdc ,sarà ribattezzato in Reddito di sussistenza e sarà ad appannaggio di quella parte di cittadinanza assolutamente povera. Non sarà più di competenza Inps ma bensì affidato ai Comuni. I quali, sebbene non è ancora chiaro il metodo, saranno chiamati ad individuare i soggetti effettivamente fragili da proteggere. Mentre ulteriore sostanziale modifica al Reddito di Cittadinanza dovrebbe essere quella di limitare a una l’offerta di lavoro congrua prima del decadimento del sussidio.
Altro che rinserimento del vecchio sussidio Aspi! Chi si aspettava, come i lavoratori stagionali del turismo e dell’agricoltura, un incremento del periodo di disoccupazione Naspi, secondo quanto riportato da La Repubblica ,dovrà rivedere fortemente la fiducia che aveva posto nell’nuovo Esecutivo. Sulla Naspi,infatti l’idea è di scendere ulteriormente sotto il 50% del periodo lavorato. Oggi come spiega l’Inps, la Naspi è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni. Il Governo Meloni sarebbe intenzionato a ridurre ulteriormente tale periodo. Il quotidiano spiega che in maggioranza, specie dalle parti della Lega, ritengono questo meccanismo «distorsivo». Perché c’è chi se ne approfitta, mentre la spesa per la Naspi è enorme e spesso improduttiva e la durata del sussidio non sarebbe coerente con il periodo lavorato. Nel 2021 la Naspi ha pesato per 13 miliardi sui conti del governo, anche se 5,6 sono versamenti delle aziende.
Insomma ancora una volta la politica, tranne poche eccezioni, si dimostra essere lontana dal mondo del lavoro e delle tante difficoltà nel sopravvivere da parte di centinaia di migliaia di lavoratori, che come nel turismo contribuiscono a mantenere alto il livello di un comparto che finora ha rappresentato il 13% del Pil nazionale. Si spera che quelle elencate siano soltanto idee poi da rivedere e che in ogni caso una certa Opposizione (M5S) schierata da sempre a fianco dei lavoratori faccia in modo che determinati provvedimenti non vengano approvati. Sarebbe opportuno che anche il Governo Meloni inizi invece ad avviare una profonda riflessione in merito allo stato dei lavoratori stagionali e cosa essi rapprentano per l’economia”Nazione”. In caso contrario di sicuro l’intero comparto degli stagionali stavolta non resterà con le mani in mano. – 01 novembre 2022 – salvatorecaccaviello