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Piano di Sorrento, le riflessioni sulla scuola di via Carlo Amalfi dell’ingegnere d’Esposito

18 novembre 2022 | 16:13
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Piano di Sorrento, le riflessioni sulla scuola di via Carlo Amalfi dell’ingegnere d’Esposito

Piano di Sorrento, le riflessioni sulla scuola di via Carlo Amalfi dell’ingegnere d’Esposito , progettista del secondo piano del plesso nel 1974  ,quindi conosce meglio di chiunque altro la struttura . Struttura che ha costruito il padre Giovanni d’ Esposito e fratelli, storico costruttore carottese,  e quindi da bambino ha visto crescere la scuola dall’inizio. Nel 1956 l’iniziale progetto  architettonico era di Antonio Fiodo e del progetto strutturale Giovanni Castellano, luminare universitario dell’Università di Napoli, che ha realizzato opere stimate e apprezzate in tutta la Campania  .

Piano di Sorrento, le riflessioni sulla scuola di via Carlo Amalfi dell’ingegnere d’Esposito , progettista del secondo piano del plesso nel 1974  ,quindi conosce meglio di chiunque altro la struttura . Struttura che ha costruito il padre Giovanni d’ Esposito e fratelli, storico costruttore carottese,  e quindi da bambino ha visto crescere la scuola dall’inizio. Nel 1956 l’iniziale progetto  architettonico era di Antonio Fiodo e del progetto strutturale Giovanni Castellano, luminare universitario dell’Università di Napoli, che ha realizzato opere stimate e apprezzate in tutta la Campania  .

L’intervento sulla Scuola Carlo Amalfi dell’ingegnere Elio d’Esposito:

In riferimento a quello che ogni tanto si continua a dire e a riportare, anche con post su f.b, è ben noto: Qualcuno, oltre dieci anni fa, fa sognato : la direttrice didattica, la direzione UTC, e la Giunta Amministrativa. Tutti a sognare una gran bella scuola moderna ( e sta scritto da una decina d’anni sui teloni di copertura della stessa “ il sogno di una scuola nuova è cominciato” …

All’indomani della decisione di demolire la scuola, feci presente al Sindaco Ruggiero, che per rendere l’edificio consolidato e antisismico, occorreva un intervento  di una  cifra modesta ( la stessa cosa poi consigliò, nella sua breve perizia, anche il prof. ing. strutturista Gerardo Verderame del Dipartimento Strutturale della Federico II)…cifra che poteva essere inferiore a cinquecentomila euro  (e subito finanziabile dalla Regione Campania), e poi amplificata per tutti gli ammodernamenti tecnologici, di sicurezza, energetici, etc.ma comunque al massimo inferiore ai tre milioni di euro. Si fa presente che quella scuola, in occasione del terremoto del 23/11/1980, non riportò alcun danno, al contrario di diversi edifici in c.a.,  ma il Sindaco  mi rispose che non era intenzione dell’Amministrazione spendere alcunché sul recupero della scuola vecchia degli anni cinquanta,  e che preferivano la scuola nuova che, da calcoli sommari, doveva costare cinque milioni di euro…cifra già trovata dall’Ufficio Ragioneria. Al che mi congratulai perché il mio cruccio era quello della mancanza del finanziamento in quanto una scuola moderna finanziata era il non plus ultra e…quindi con felicità salutai il Sindaco  e gli promisi che sarei stato il primo a festeggiare il lieto evento della scuola nuova appena sarebbe stato ufficializzato il tutto e avrei portato anche la bottiglia di champagne. 

Penso che se la cifra dei tre milioni, o anche di più,  richiesti per l’auditorium e palestra e ottenibili dalla Città Metropolitana,  senza l’annessa scuola, fosse stata investita in ristrutturazione della scuola esistente con adeguamento antisismico, impiantistica, sicurezza,  finiture, e anche parcheggio sottostante, ( e sarebbero sufficienti), sarebbe stato molto più utile per il paese: si sarebbe avuta una scuola antisismica, ammodernata e si sarebbe conclusa la vicenda della scuola abbandonata da oltre dodici anni e si sarebbe potuto risolvere il problema della carenza di aule e di scolaresche affollate….cioè avremmo avuto una scuola completa e funzionale,  e non un auditorium con palestra, lontano dai plessi scolastici e quindi inservibili,  cioè  una scuola finita e non un anticipo di una futura  scuola, da tredici /quindici milioni forse mai finanziabili. Se, poi la scuola  non doveva  più servire alle esigenze scolastiche del Comune, poteva essere messa a reddito per altre destinazioni scolastiche, magari per scuole della  Città Metropolitana o per scuole o università private. Certamente ci vuole molto coraggio a ripensare, a fare un passo indietro, e soprattutto  tanta umiltà, che è dei grandi, e non sarebbe neanche una brutta figura se si pensa che le previsioni finanziarie e i tempi sono cambiati: infatti con le esigenze dell’edilizia scolastica sembra adeguata o quasi con le attuali strutture con la previsione di decremento della natalità.  Semmai, al limite,  si dovrebbe tornare ad un progetto ridimensionato per una scuola elementare del capoluogo in più per il paese, oltre quelle già esistenti, con finanziamenti alla portata e con progetto ex novo ma con lunghi tempi di istruttoria. A Sorrento, dopo 14 anni, hanno avuto un finanziamento di poco più di  un milione e cinquecentomila per demolire e rifare la scuola di Cesarano..E perciò mi domando: Che esigenze abbiamo di scuola media ed elementare? E che funzione avrebbero le due scuole medie attualmente ben funzionanti  che verrebbero chiuse? E…. il  cittadino ha diritto di sapere oppure no? I sogni sono belli ma se sono realizzabili,  e il finanziamento di tale cifra enorme … è un sogno o una realtà?

Commento della redazione quali possibilità per la Scuola Carlo Amalfi?

L’ex Scuola Carlo Amalfi Piano di Sorrento ha una struttura che può ospitare 24 classi con l’elementare al centro della città e non in periferia , cosa che ha portato ad aumentare le spese del Comune capoluogo per il trasporto pubblico,  una struttura inutilizzata che non porta reddito ma solo amarezza. chiusa da dieci anni da quando in seguito Relazione tecnica della Gargiulo Progetti a firma dell’Ing. Federico Gargiulo del 9.08.2007 fu emesso un certificato di inagibilità della della Scuola Elementare Capoluogo del 21.09.2007 a firma del funzionario responsabile del V Settore Ing. Graziano Maresca – In seguito a questo vi è stata Relazione tecnica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Ingegneria Strutturale a firma dell’Ing. Gerardo Mario Verderame del 27.03.2008. Da qui Positanonews fece un convegno pubblico dove l’ingegner Antonio Elefante insisteva sul dire che si poteva ristrutturare la scuola senza abbatterla e che i carotaggi potevano essere rivisti e rifatti, anche alla luce di un episodio simile capitato a lui per il parcheggio Correale dove i dati tecnici gli diedero ragione sulla solidità dell’opera, ma anche altre ditte oggi stanno lavorando con il Bonus in alberghi in situazioni apparentemente disperate e sono stati recuperati. All’epoca la Scuola Carlo Amalfi poteva essere recuperata subito e messa a reddito invece rimane un immobile infruttuoso per i cittadini, incredibilmente la struttura, a differenza di altri plessi scolastici, appare solida, ma dopo tanti anni le spese per ristrutturarla saranno aumentate. Mentre si puntò sulle promesse di Renzi, a cui aveva creduto il sindaco Ruggiero, con i risultati che abbiamo visto. Un project financing da mille e una notte, con parcheggi e altro, un vero e proprio campus, con il coinvolgimento , e gli interessi giustamente, dei privati, ma si doveva necessariamente abbattere per poterlo realizzare, ma tutti quei milioni per la “Scuola Futura” sono rimasti un sogno come le tante promesse fatte in giro da Renzi.  Dopo tanti anni andrebbe rivisto tutto d’accapo fare nuove e dettagliate perizie confrontandosi anche con chi conosce bene l’opera , avere l’onestà e intelligenza, che non è umiltà ma grandezza politica, di ricominciare tutto, e di rivedere un progetto fattibile che curi questa ferita nel paese. Proprio con il PNRR che Positano ha realizzato coinvolgendo Piano, la cittadina della Costiera amalfitana ha utilizzato la sua parte per un progetto che rendesse viva la sua ex scuola elementare, rimasta vuota per la denatalità e l’accentramento in uno solo plesso in Via Pasitea con le medie, verrà ristrutturata, mantenendone viva la storia, facendone un centro polifunzionale, teatro, cinema, spazi scolastici dove poter fare corsi di formazione, comunque rendendo viva e fruibile una struttura. Questo si potrebbe fare anche con la scuola carottese,  anche se parliamo di una situazione diversa, nel senso che se non una scuola, con la denatalità non più necessaria,  potrebbero essere spazi fruibili per i cittadini ed i giovani in altro modo . Ma non vogliamo trovare soluzioni, troviamole insieme, proviamoci, non escludiamo la possibilità di poter utilizzare questo immobile, dopo 15 anni va sicuramente rivisto tutto, anche alla luce delle recenti scoperte nel mondo della tecnologia e dell’edilizia, ma anche delle valutazioni tecniche, che permettono di recuperare uno spazio chiuso che rimane una ferita al cuore per tutti, carottesi e non.