Positano, arriva la luce al Vallone Porto: l’impianto fotovoltaico per Gianni
Arriva la luce al Vallone Porto di Positano. Per la Settimana di Educazione alla Sostenibilità promossa dall’Unesco – che quest’anno ha focalizzato il tema sull’”autonomia energetica” – l’associazione Acarbio in collaborazione con il Club per l’Unesco di Amalfi, ha donato all’artista eremita Gianni Menichetti un pannello solare che consentirà di illuminare la storica piccola dimora di Vali Myers senza ricorrere a fonti fossili. Il presidente Vincenzo Sannino ha consegnato un piccolo impianto fotovoltaico portatile, al “custode” di uno degli ultimi canyon selvaggi rimasti in Costiera amalfitana.
Sannino: “Forte valore simbolico, multiculturalità positanese”
“Non è la prima iniziativa che Acarbio svolge in collaborazione anche con il Club per l’Unesco per la valorizzazione e tutela della Costiera, ma questa in particolare riveste per noi un forte valore simbolico e affettivo perché consente a un emblema della multiculturalità positanese di poter continuare a creare nel contesto che da sempre gli è più congeniale” dichiara Vincenzo Sannino.
Gianni Menichetti: “Sono scioccato”
“Finora dovevo ricorrere al gpl per illuminare il mio piccolo rifugio nelle lunghe serate invernali, trasportando oltre 30 kg di una bombola di gas lungo i sentieri impervi che conducono fin dentro la valle. Sono passato dall’età della pietra all’età della luce, grazie ai “geni della lampada” e ora sono culturalmente scioccato”, racconta con la sua solita ironia il settantenne intellettuale, autore tra le altre cose di un memoir interamente in inglese, scritto sull’artista australiana. Vive da mezzo secolo qui, in questa oasi naturale, dove non è mai arrivata la luce, e dove dipinge e compone poesie. Per prima fu Vali Meyers nel 1954 a scegliere questo luogo come rifugio per un lungo periodo della sua vita, dopo il frenetico periodo parigino dove frequentò anche Mick Jagger e fu fonte di ispirazione per la cantante Patti Smith. Qui ritrovò se stessa e quella natura misteriosa e ancora incontaminata. Senza agi, né sfarzi e né comodità.
L’impianto fotovoltaico
Ora c’è una piccola lampada (a luce naturale) che si accende grazie ad piccolo pannello solare, del tipo semi flessibile, per poter essere facilmente spostato in base all’inclinazione del sole (che nella valle arriva solo per poche ore al giorno). Ha una batteria al litio (“LiFeP04) per l’accumulo fotovoltaico (e non a piombo), con un ciclo di ricarica che dovrebbe andare oltre i 10 anni, appositamente selezionata per le sue caratteristiche non impattanti. Perché questo luogo continuerà ad essere il tempio di “grotte e rupi; di minuscole creature selvatiche; di piante e alberi e di ruscelli e cascate” (così come descritto da Vali Meyers). Nulla lo turberà. Né cambierà.