Sciopero Eav, il sindacato: “Serve sicurezza”

12 novembre 2022 | 10:22
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Sciopero Eav, il sindacato: “Serve sicurezza”

Sciopero Eav, il sindacato: “Serve sicurezza”. Ieri mattina si è tenuto lo sciopero del personale Eav. In base ai dati, ha aderito all’agitazione un lavoratore su dieci. Diverse le motivazioni alla base della protesta e dell’astensione dal lavoro per le diverse sigle sindacali, ma tutte lamentano le carenze dell’azienda.

Di seguito la nota diffusa da Orsa dopo lo sciopero:

Lo sciopero del giorno 11 novembre in Eav ha assunto connotazioni e significati ben diversi da quanti ne aveva in origine. I motivi per cui è stato proclamato sono stati scavalcati dall’attualità, da quanto è successo l’altro giorno nella stazione di Pompei Santuario e, l’azione di protesta dei lavoratori non poteva non tenerne conto.

La sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori dovrebbe essere al primo posto nella scala dei valori dei dirigenti di un’azienda di trasporto, eppure viaggiamo con treni, su binari e su autobus che ogni giorno ci riservano “spiacevoli sorprese”. I guasti non sono all’ordine del giorno, ma dell’ora.

In queste condizioni è facile incorrere in errori. Lo stress per ognuno dei lavoratori impegnati in manutenzioni, presenziamenti, assistenza, guida, controllo, bigliettazione, è notevole e chiunque può sbagliare, ad ognuno di noi può capitare, ma non si può semplificare o banalizzare il concetto di sicurezza, non si può ridurre a “errore umano” un comportamento sicuramente sbagliato, ma dettato, indotto, quasi causato dai tanti, troppi problemi che un lavoratore deve affrontare quotidianamente, e pure contemporaneamente, mentre svolge il proprio lavoro.

In condizioni “normali” l’incidente di Pompei Santuario non sarebbe mai avvenuto. Ma da almeno 10 anni in Eav non si lavora in condizioni “normali”.

Lo scorso mese il direttore generale dell’Eav, il dott. De Gregorio, aveva chiesto una tregua sindacale, “sgombrando il campo” da qualsiasi ipotesi di aumenti retributivi, contemporaneamente però l’azienda pretende aumenti di produttività, pretende il cambiamento delle condizioni lavorative (leggi peggioramento) a costo zero, continua a non adeguare da 20 anni i rimborsi per utilizzo dell’auto propria al posto dei mezzi aziendali per motivi di servizio, a non migliorare le condizioni di sicurezza per chi lavora sui passaggi a livello isolati o con traffico automobilistico eccessivo, a non rispettare normative di sicurezza sui treni, a non mantener fede ad accordi sindacali regolarmente sottoscritti a non rispettare i propri regolamenti in merito al trasferimento degli agenti da un impianto all’altro.

Avrebbero fatto meglio a chiedere ai lavoratori di arrendersi, piuttosto che chiedere una “tregua”. In questa querelle, però a rimetterci sono gli utenti che, non sempre comprendendo le ragioni della protesta dei lavoratori, chiedono giustamente di voler viaggiare ma “non a qualunque costo” diciamo noi, perché ci dev’essere un limite anche al degrado in cui quest’azienda è stata fatta precipitare dalle “scellerate scelte dirigenziali”.

Se adesso essi si nascondono dietro la crisi economica e quella dei ricavi dovuta al Covid-19, agli effetti della guerra in Ucraina, al costo dei carburanti e dell’energia elettrica, vorremmo sapere cosa ne è stato del “tesoretto” accumulato dal 2016 al 2019 con 4 anni consecutivi in cui il bilancio è stato chiuso in attivo? Perché quelle risorse, in tempo “di pace, sanità e crescita” non sono state utilizzate per migliorare l’azienda sotto il profilo della sicurezza?

Vorremmo sapere perché la Stadler è dovuta ricorrere alla magistratura per farsi assegnare la vittoria nella gara per la costruzione dei treni per la Circumvesuviana, al posto di Hitachi-Ansaldo, c’era forse un errore che poi è stato corretto da due sentenze, una del Tar della Campania e l’altra dal Consiglio di Stato? Questo ricorso legale ha fatto poi trascorrere inutilmente due anni, ritardando ulteriormente l’arrivo dei nuovi treni.

Noi scioperiamo e sciopereremo ancora contro questa azienda che pretende il rispetto delle regole dai propri dipendenti e poi spesso dimentica di rispettarle. Se il presidente De Luca vuol sapere di chi sono le responsabilità dei disservizi in Eav, cominci a porre queste domande ai dirigenti aziendali.