“Un fumetto per l’ambiente” 2022 |
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Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo

25 novembre 2022 | 16:14
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo
Sorrento “Un fumetto per l’ambiente”, terzo workshop con Fabiana Fiengo

Sorrento (NA) Il terzo appuntamento con il progetto “Un fumetto per l’ambiente” ideato e organizzato dal presidente del Cmea, avv. Luca Raiola, ha visto gli alunni dei quattro istituti superiori coinvolti, il Grandi, il Salvemini e il San Paolo di Sorrento con il P. Virgilio Marone di Meta, confrontarsi nell’aula di stampa dell’Istituto Statale d’Arte F. Grandi con un altro talento del panorama fumettistico italiano, Fabiana Fiengo, laureata in Filologia Classica presso l’ateneo federiciano, in qualità di fumettista e vignettista, ha collaborato con i giornali Repubblica Napoli.it e Il Correre del Mezzogiorno, con la Fondazione Melanoma Onlus dell’Ospedale G. Pascale e con il Policlinico di Napoli. Nel 2018 un progetto per una serie di animazione, per la quale ha realizzato i disegni, è stato selezionato per lo Springboard Cartoon di Valenciennes in Francia, e nel 2019 lo stesso progetto, ampliato e modificato, è stato scelto per partecipare agli Animation Production Days di Stoccarda. Nel 2019 ha realizzato per Sergio Bonelli Editore, l’adattamento a fumetti del primo romanzo de “I Bastardi di Pizzofalcone“, serie poliziesca creata dallo scrittore Maurizio de Giovanni. Per “I Bastardi”, si è occupata anche del design dei personaggi. A lei, nell’ambito del progetto “Un fumetto per l’ambiente” è stato affidato il terzo elemento naturale, il fuoco, che ha sviluppato in un workshop all’insegna dell’approfondimento del concetto del character design nel mondo dell’animazione, del videogioco e del fumetto, che è quella parte del lavoro di un fumettista che consiste nello studio grafico e nella caratterizzazione, in parte anche psicologica, dei personaggi della storia creati dall’autore. Questa che segue è l’intervista che mi ha gentilmente concesso.

di Luigi De Rosa

Siamo ospiti del Cmea, mi viene spontaneo chiederti del tuo rapporto con l’ambiente e se fai parte di qualche associazione ambientalista?

No, al momento non sono legata ad alcuna associazione ambientalista ma sono molto interessata a tutte le tematiche riguardanti l’ambiente e sensibile alla crisi sui cambiamenti climatici anche se per me è dura accettare che alcuni giovani per cercare di sensibilizzare le persone riguardo a tali argomenti imbrattino opere d’arte. A mio parere questo tipo di azione produce l’effetto contrario, indignando la maggior parte di coloro che assistono a queste azioni di protesta. Tornando invece a quello che è il tema propostoci dal presidente Luca Raiola, amo la Natura e mi affascinano i quattro elementi e quello che rappresentano, l’acqua in particolare. La mia passione poi è soprattutto per gli animali. La mia produzione artistica, infatti, è caratterizzata spesso dalla creazione di fatine (so che posso apparire infantile, – sorride – N.d.A.) che sono legate agli elementi naturali e adoro ritrarre gli animali, verso i quali ho grande attenzione.

Quando Luca ti ha proposto il fuoco come elemento, cosa hai pensato?

Beh, devo confessarti che in un primo momento mi aveva proposto l’aria, ma io gli ho chiesto se invece fosse stato possibile affidarmi il fuoco, perché come partenopea mi sento più incline a quest’elemento. Pensa che ho sempre provato incanto, come ogni napoletano, per il Vesuvio dal quale ho tratto ispirazione per alcuni disegni. È un elemento il fuoco, che mi affascina per tante ragioni. Per esempio da una piccola scintilla può generarsi un incendio, ma questo stesso incendio può essere domato e spento. È un elemento di grande fascino ma allo stesso tempo spaventoso. Può ridurre tutto in cenere ma da quella stessa cenere può rinascere la vita. Può diventare fonte di calore, di energia, può essere utilizzato per fornire del buon cibo ma contemporaneamente distruggere qualsiasi cosa incontri sulla sua strada. Quest’ambiguità, quest’ambivalenza, questo essere elemento positivo e negativo mi ha sempre affascinato. Anche dal punto di vista caratteriale mi ci riconosco, nel senso che mi infiammo facilmente per certe cose e mi spengo velocemente per altre.

Ho avuto la fortuna di ammirare i tuoi lavori legati ai fumetti ispirati ai romanzi di Maurizio de Giovanni, quelli della serie poliziesca dei “Bastardi di Pizzofalcone”, e mi viene spontaneo chiederti se hai mai pensato di trasformare in fumetti altri romanzi, che so io, proprio quelli dei romanzieri che ami leggere per diletto?

Sì, ho un progetto ma non posso parlarne, perché ci sto ancora lavorando con un’amica sceneggiatrice. Sono alle prime tavole di prova tratte dai romanzi di un’autrice che conosco personalmente, che mi piace e trovo simpaticissima. Mi auguro che la cosa possa andare in porto, per ora mi sto concentrando sugli step iniziali.

Magari mi potresti rivelare quale scrittore classico avresti voglia di trasformare in fumetto?

Ah, sì, tra i classici Shakespeare su tutti e certamente i capolavori della Rowling tra i contemporanei perché io impazzisco per Harry Potter e infine posso aggiungere Edgar Allan Poe perché lo amo. Io passo sempre da un estremo all’altro (sorride N.d.A.). Mi piacerebbe misurarmi con la narrativa di Poe e sviluppare disegni cupi legati ai suoi racconti. Lo stesso dicasi per Harry Potter, vorrei creare qualcosa di più fantasy ispirato alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, che devo confessarti preferisco allo stesso Harry Potter come soggetto.

Ti diverti ad zoomorfizzare anche persone che conosci?

Beh non è una cosa che mi viene spontanea, dietro c’è sempre uno studio però posso dirti che qualche volta l’ho fatto per i miei amici, che mi chiedevano a quale animale pensassi potessero somigliare. Talvolta nello sviluppo di una tavola dei “Bastardi” siccome non mi potevo limitare a delle faccine anonime trovavo ispirazione dai tratti di amici per personaggi antropomorfi presenti in una piazza, in una scena con più soggetti. Ma è un lavoro difficile che richiede tempo, perché devi trovare l’animale che più o meno assomiglia all’amico che vuoi zoomorfizzare e poi nello sviluppo del disegno trovare il giusto equilibrio tra i tratti dell’animale e quelli del viso del soggetto umano che hai scelto.

Ma questo talento lo hai scoperto ora o già da bambina ti piaceva trasformare tutto in fumetto?

Sono cresciuta a pane e Topolino e poi con le storie Disney. Sono stata influenzata tantissimo dal “Peter Pan” di Loisel, dal “Black Sad” di Guarnido, da “Tenebre” di Giuseppe Ricciardi, dalla produzione di Alessandro Barbucci e infine da Zootropolis. Infatti il mio è un interesse più rivolto al cartoon, non sono una disegnatrice “realistica”; come dirti: bonelliana, in senso stretto. Quando realizzai quel famoso disegno che poi diede il la a tutta l’esperienza lavorativa legata ai Bastardi di Pizzofalcone, a me era venuto spontaneo collegare la parola “bastardi” a dei cani e poi dedicarmi allo studio delle varie razze.

A proposito di animali mi viene in mente che oggi (21 novembre N.d.R.) Titti compie 80 anni, infatti fu creato da Bob Clampett il 21 novembre del 1942.

Scusa se ti interrompo, però io sono del team Gatto Silvestro!

Ridiamo (N.D.A.)

Scusata. La riflessione che però volevo proporti è proprio su Titti e Gatto Silvestro, non trovi che la genialità di un fumettista sia nella semplicità, nel saper cogliere determinati elementi che appartengono a tutti noi e tradurli in qualcosa che diventa un’icona che resta “viva” nel tempo.

Sì hai ragione, Titti e Silvestro, sono iconici come Topolino e Paperino, personaggi che funzionano sempre. Cambiano i tempi e le generazioni ma continuano a funzionare. Oddio però adesso che siamo nel cosiddetto mondo del politicamente corretto già fanno fatica Tom e Jerry. (Ridiamo N.d.A.)

Ma non trovi che rispetto al passato c’è troppa elaborazione nei disegni?

Non lo ritengo un elemento negativo. Mi spiego, oggigiorno c’è più offerta e si può accontentare qualsiasi pubblico sia con disegni meno elaborati che con disegni più elaborati. “Arcane” per esempio lo trovo eccezionale, lo stesso dicasi per Love, Death & Robots, sono produzioni curatissime, per stile, grafica, sceneggiatura. Ma è interessante anche la serie Rick and Morty che visivamente presenta un disegno meno elaborato. Per me comunque è bello che oggi si possa sperimentare di tutto e ci sia quest’offerta molto più diversificata rispetto al passato.

Una domanda alla docente. Prima ascoltavo gli interventi dei ragazzi, mi ha colpito un minimo comun denominatore nelle loro proposte che sintetizzerei nella parola: distopia. Non credi che prima la pandemia, oggi la guerra abbiamo dato ai ragazzi di questa generazione una visione distopica, lontana per intenderci dalla favola disneiana?

Noi viviamo in un mondo distopico. Oggi è più facile pensare a mondi orwelliani. C’è certamente un legame tra questa situazione che abbiamo vissuto e stiamo vivendo e quello che sentono i ragazzi. Anche io la pandemia l’ho sofferta. Inizialmente pensavo che non mi avrebbe cambiato la vita perché ero già abituata a stare chiusa in casa, a lavorare per lavori da ultimare e consegne sempre da fare, ma poi invece ne ho risentito. Ma è anche un mood narrativo che va molto di moda oggi, anche prima della pandemia, penso al grande successo di Black Mirror che piace, affascina e turba.

Ho visto i tuoi disegni legati al progetto di Punzo in pieno accordo con il professor Paolo Ascierto, della Fondazione Melanoma, con cui la scuola Comix collabora da vari anni producendo fumetti e cartoni animati a scopo divulgativo su queste malattie, non trovi che il fumetto sia un mezzo più idoneo per fare della divulgazione scintifica per la sua capacità di essere immediato e comprensibile per tutti?

Sì perché il fumetto è più versatile, attraverso i vari registri narrativi, illustrativi etc quest’arte può raggiungere platee più vaste. Scegliendo il disegnatore e lo sceneggiatore più adatti a seconda del target che si vuole raggiungere offre maggiori probabilità di diffusione. Il fumetto ha la capacità di essere più immediato, ha un duplice codice rappresentato da testo e illustrazioni che permette di rappresentare certi argomenti, come dire, senza provocare angoscia. Ho disegnato non solo per il Pascale ma anche per sensibilizzare le persone su malattie come la sclerosi multipla e sono soddisfatta del lavoro fatto perché si riesce a sensibilizzare soprattutto tra le platee giovanili che ritengo non debbano ignorare queste problematiche.

Ultima domanda sui tuoi progetti futuri

Ho terminato “Gelo”, terso episodio legato al Bastardi di Pizzofalcone, la sceneggiatura la firma Sergio Brancato. Posso dirti che in questo lavoro ho cercato di sperimentare di più, di proporre novità, ogni nuovo lavoro che affronto cerco di fare un ulteriore step e spero che piaccia. Non mi piace fossilizzarmi in quello che ho già proposto. Il romanzo credo che esca nel 2023, probabilmente a gennaio, ma una data certa non la posso ancora dare.

Grazie

Maurizio de Giovanni e Fabiana FiengoMaurizio de Giovanni e Fabiana Fiengo (ph. Annalisa Guida)