“A Santa Lucia nu pass ‘e gallina, a Sant’Aniello nu pass ‘e pecuriello”
Oggi è Santa Lucia e domani si festeggia Sant’Aniello (o sant’Agnello). La storia e il culto due Santi, legati tra loro dai festeggiamenti della Chiesa, sono tra le più ricchi che la tradizione locale ricordi.
Santa Lucia è la protettrice della vista. Morì martire a Siracusa durante le persecuzioni di Diocleziano.
Sant’Aniello, invece, è il protettore delle partorienti e dei marinai. Figlio di una nobile napoletana, morì il 14 dicembre del 595 dopo Cristo.
A entrambi è associato un antichissimo detto: “A Santa Lucia nu pass ‘e gallina, a Sant’Aniello nu pass ‘e pecuriello”. Il motivo è semplice: tradizione vuole che il 13 dicembre la giornata si allunghi di poco (un passo di gallina); il 14, invece, la luce duri molto di più (un passo di agnellino).
Non solo.
Molta devozione è legata a Sant’Aniello per le donne incinte o che cerchino di avere un figlio. Una antica tradizione vuole che la madre del futuro santo non potesse avere figli e per questo pregava la Madonna. Quando il piccolo nacque fu portato al cospetto dell’immagine della Madre di Dio e, a soli 20 giorni, esclamò: Ave Maria.
Non è tutto però. Secondo le tradizioni delle nostre nonne, le donne vanno a messa a dare un saluto al santo per non “farlo pigliare collera”. Pare che Aniello sia particolarmente attento a questa devozione e si “offenderebbe” se le donne incinte non fossero andate a fargli visita. Tra le tante cose legate a Sant’Aniello, in questo giorno non si “avvolgono gomitoli” e ancora: “A Santa Lucia e Sant’Aniello nè forbice nè coltello”.