Depositi alluvionali. Partita l’operazione “più dannosa”.  I primi detriti andranno nelle discariche in terra ferma

15 dicembre 2022 | 22:00
Share0
Depositi alluvionali. Partita l’operazione “più dannosa”.  I primi detriti andranno nelle discariche in terra ferma

Con Traspemar  alle 4 il primo carico di “terre buone” con i mezzi battenti bandiera rossa.  La Capitaneria di porto a vigilato affinché i carichi fossero di solo fango 

Depositi alluvionali. I primi detriti andranno nelle discariche di Quarto nell’area denominata Liccarblock. E’ partita oggi l’operazione smaltimento. Quella poco virtuosa ed a cifre blu che corre sulle vie del mare con i traghetti battenti bandiera rossa di Traspemar dell’armatore Marrazzo. Il carico inaugurale è stato previsto in partenza con la prima corsa notturna delle 4 di venerdi 15 dicembre, proprio dal porto di Casamicciola Terme. La Capitaneria di Porto con gli uomini del Capo Paolo Avallone si stanno accertando che i cassoni destinati allo scalo portuale siano caricati attingendo solo terriccio e materiali lapidei non contaminati, compatibili con le certificati prescritte.Le “terre buone”. I carichi sono iniziati a partire da oggi mattina nei depositi temporanei (autorizzati?) del Complesso Pio Monte della Misericordia in Corso Luigi Manzi. I primi fondi stanziati dal Governo di Giorgia Meloni e dal Governatore Vincenzo De Luca, da soli, i famigerati  6 milioni di euro della prima ora, da soli non basterebbero per traghettarli, via mare, lontano dall’isola. Tutto, mentre, proprio per questo, restano ferme le attività di rimozione dei fanghi alluvionali. L’operazione virtuosa che il delegato Giovanni  Legnini aveva avanzato per lo smaltimento con il “riutilizzo di massi e terre buone ” di fatto non è mai stata presa in considerazione se non per sterili proclami e uscite pubbliche strada consensi. Lo smaltimento e le opere a farsi per liberare il paese dai residui del disastro del 26  novembre scorso rappresentano un peso importate ed un affare ghiotto che nessuno ha voluto farsi scappare. Siamo al 16 dicembre e questa della gestione dei detriti  rappresenta la vera emergenza. Lo era già mentre ancora di celebrano i funerali delle vittime. “ Stiamo studiando e valutando insieme alle agenzie competenti operazioni virtuose per lo smaltimento ed il riutilizzo dei detriti. Parliamo di migliaia e migliaia di viaggi. Si stimano 12.000 container” aveva detto il commissario per la protezione civile e l’emergenza di Ischia, Giovanni Legnini sottolinenando come “La cosa più semplice ma più dannosa per l’ambientesarebbe quella di traghettarli lontano dall’isola. Abbiamo individuato tre nuovi siti di stoccaggio. Si attendono le autorizzazioni alle ordinanze dei sindaci, nel mentre continuano le operazioni dei Vigili del Fuoco. Sono 2/3 giorni di attività da fare”.Insomma una affare a cifre blu, la cui trattazione richiede cautela e metodo. Alla fine è andata proprio cosi. La strada maestra per Legnini& Co è stata quella “più dannosa”.12 mila container. 4 milioni ed 800 mila euro solo di trasporto via mare con viaggi ordinari, il doppio, ovvero 9milioni e 600mila euro con trasporto battente bandiera rossa. Solo andata, senza considerare l’eventuale ritorno su Ischia. Lo Stato di Emergenza è anche questo. E’ lo Stato che finanzia lo Stato ed anche le sue ramificazioni periferiche più distorte.