Disastro Ischia.Ecco la zonizzazione: A-B-C-D l’alfabeto della pericolosità di casamicciola si ferma a 4  

23 dicembre 2022 | 14:37
Disastro Ischia.Ecco la zonizzazione: A-B-C-D l’alfabeto della pericolosità di casamicciola si ferma a 4   

“Se io fossi un abitante di Casamicciola Alta non ci vivrei” ha detto il commissario Italo Giulio senza usare mezzi termini. Giovanni Legnini. “Abbiamo un quadro chiaro del rischio. Domani il piano degli interventi urgenti ed il 27-28 dicembre un nuovo incontro per chiarire gli effetti della zonizzazione per i cittadini. Poi altre  misure”. Per il prefetto Palomba nonostante il rischio bisogna essere cauti nel parlare di “Piani di allontanamento dall’isola ”

Frana di Ischia.Si è tenuta stamane una riunione del CCS presso la Prefettura di Napoli con il Prefetto Claudio Palomba, i Commissari Giovanni Legnini, Italo Giulivo e Simonetta Calcaterra. Al termine,  con quasi tre ore di ritardo, si è tenuto il previsto incontro con la stampa, nel corso del quale le autorità hanno fatto il punto della situazione dopo queste settimane di studio.

La zonizzazione A-B-C-D ed i piani speditivi 

“Oggi abbiamo un quadro più chiaro, con la perimetrazione delle aree, secondo gli scenari di rischio, il tema scuole, la viabilità ed il lavoro fatto“ ha spiegato il prefetto Claudio Palomba introducendo la sessione. “Si è preso atto dei risultati degli studi realizzati dai centri di eccellenza, i migliori  di cui dispone la protezione civile– ha spiegato Giovanni Legnini aggiungendo- si tratta di un quadro che necessita di nuovi incontri ed approfondimenti e crediamo che entro il 27 e 28 dicembre riusciremo a fare un nuovo punto della situazione. In forma speditivo si è rappresentato il quadro della pericolosità del territorio di Casamicciola Terme interessato direttamente ed indirettamente dagli eventi e sono state individuate quattro zone: la zona alta la zona B ordinaria ,non incisa dagli eventi, la zona C indicata nella la via della Lava (Pio Monte ndr ) dove si sono registrati fenomeni di dilavamento e accumulo e la zona D con quattro aree circoscritte dove, previa verifica, si tratta di eliminare il pericolo esterno. Ad oggi abbiamo un’analisi certa del territorio– spiega Legnini- dopo sole due settimane. Tutto questo dovrà avere una declinazione in misure di protezione civile, comportamentali, fatte per ciascuna di queste quattro aree. Il 27 dicembre riconvocheremo i centri di eccellenza e per il 28 si potrà avere un quadro più chiaro. Il dottor Giulivo ha indicato da subito quali lavori di urgenza,  somma urgenza, per mitigare, ridurre o eliminare il rischio idrogeologico. Questo si aggiunge al lavoro fatto dalla struttura commissariale per la ricognizione degli interventi da inserire nel piano degli interventi urgenti che approverò domani 24 dicembre. In anticipo sui termini (previsti per il 27 dicembre NDR). Intanto l’attività di pulizia prevista dall’ordinanza numero 3 e quella dei Vigili del Fuoco e dell’Amca, che sono già al lavoro, e della Sma che dovrà predisporre un piano per il riutilizzo  dei detriti, sono in corso– infine conclude Giovanni Legnini parlando di misure per la popolazione sfollata e le imprese danneggiate- A breve darò indicazioni sul CAS, per i contributi ai privati ed all’imprese per i primi danni. Speriamo per il 27-28 dicembre di avere buone notizie anche per le scuole chiuse. Il lavoro procede spedito, con soluzioni speditive e per non portare disagio alle popolazioni la cui sofferenza e le necessità, vi assicuro, sono in cima ai nostri pensieri”.

Sarno e Quindici come modello per la Valanga di Ischia:40 mila metri cubi giù da 700 metri con pendenze inaudite 

Per il Commissario agli studi Italo Giulivo,  le esperienze di Sarno e di Quindici saranno il valore aggiunto per il lavoro a farsi su Ischia. Giulivo, neo commissario gli studi per i disastri di Ischia, si avvale, come ha spiegato egli stesso, di una comunità scientifica che ha maturato  grandi esperienze in quegli scenari  tragici del 1998 in provincia di Salerno: “ Lo scenario su cui abbiamo lavorato è quello del 26 novembre 2022 che hanno stravolto completamente il territorio su cui  sono piombati 40.000 m³ di fango da un’altezza di 670 m dal livello del mare, con un impatto sull’abitato a 200 m e con un’inclinazione di 40°, il tutto alimentato da una pioggia di 170 mm . Prima e dopo l’evento, lo scenario del territorio è completamente modificato e si sono registrate escavazione di 7 m con accumuli di 3 m.  In ciò occorrono nuove misure di protezione civile da mettere in atto. Partiamo da una situazione già critica, su cui è calato il quadro conoscitivo acquisito dopo il 27 novembre. Con un aggravamento di pericolosità dell’area. Ci sono impluvi disseminati nel versante settentrionale del monte Epomeo, sono incisi e qui giacciono accumuli che lasciano una situazione di pericolosità che va affrontata. Al Celario è già venuto giù tutto.  Fortunatamente, in altre parti, ha abortito restando accumulato.Tutto poi viene giù su via Pio Monte della Misericordia verso il mate. Inoltre c’è una situazione che si aggiunge e che è da approfondire, secondo quanto indicato dalle prime analisi del Quick Triage. In questi primi studi abbiamo realizzato una zonizzazione di pericolosità secondo un’area A: lungo via Montecito, diciamo a monte del Majo e dei Bagni, dove in caso di pioggia e di temporali molto elevati, vanno poste in essere azioni di Protezione Civile da attuarsi da subito. Non si può pensare di attendere per programmarli. Stiamo pensando anche di inserire delle soglie pluviometriche che ci indicheranno come. Da una settimana è attivo il nuovo pluviometro in viale Paradisiello e il radar su via Santa Barbara che per ora non ha rilevato movimenti. C’è una zona in via Pio Monte della Misericordia, già in passato interessata da flussi iperconcentrati e, quindi, da situazioni di pericolo. Poi c’è una zona dove, rimosso il fango, non insistono situazioni di pericolosità.Infine una zona dove basta fare degli interventi di Quick Triage. Questo ci ha dato indicazioni per le tipologie di intervento per affrontare il rischio residuo ”.

Ripopolare i luoghi colpiti: “Se fossi un cittadino non ritornerei”

Sulla base degli studi fatti, non c’è una indicazione su quanta parte della popolazione ed in che percentuale, la popolazione di Casamicciola Terme potrà tornare a ripopolare i “propri luoghi”. Non ci sono indicazioni neppure dopo l’attuazione del piano degli interventi urgenti a farsi con i soldi dell’alluvione. Anche dopo gli interventi che si stanno andando a stabilire per ridurre il rischio residuo. Lo ha detto Italo Italo Giulivo rispondendo alle domande del nostro giornale: “Non abbiano una indicazione chiara sui numeri, ma con i cambiamenti climatici in atto e quanto accaduto, se io fossi un abitante di Casamicciola alta non ci vivrei, atteso che resta una area a rischio  ”.

E se gli interventi a farsi faranno di Casamicciola un paese ancora “pericoloso” è lecito chiedersi se nei prossimi piani di protezione civile  è previsto un piano di allontanamento dall’isola. Piano di cui sono dotate le zone vesuviane e flegree, ma non Ischia. Abbiano posto la domanda al tavolo prefettizio:  “Al momento non ci sono indicazioni e non saprei dirvelo” dice il commissario Legnini. Predica Cautela invece il prefetto di Napoli Palomba: “Ci andrei cauto prima di dire prevediamo piani di allontanamento dall’isola. Non creiamo allarmismi” . In questo panorama però è difficile non essere allarmati e chiedere un piano di allontanamento non è essere allarmisti, ma consapevoli della pericolosità e della realtà che le istituzioni stesse hanno prospettato.