Ischia. Ferma la rimozione dei detriti. E’emergenza smaltimento fanghi alluvionali. I siti di stoccaggio temporanei sono già pieni
9 camion dei vigili del fuoco modello 430 per circa 17 metri cubi di capienza sono fermi in attesa di ordini e siti di destinazione sulla via Borbonica tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno. Le colonne rosse di fango stazionano con il loro peso, 150 metri cubi, di fango e detriti, da ore, in attesa di conoscere la loro destinazione. Ferme le operazioni di rimozione sulle strade. Ferme le operazioni di recupero. Sono ancora 150 i vigili del fuoco destinati al fango della frana che ha interessato dieci giorni fa l’isola di Ischia. La giornata di sole, dopo la pioggia dei giorni scorso avrebbe potuto favorire le operazioni delle squadre, impegnate anche nell’assistenza alla popolazione per il recupero di beni nelle case. Eppure sono in gran parte fermi.Il meccanismo dell’emergenza si è già inceppato dopo essere avanzato a fatica. Fermi i vigili del fuoco, la protezione civile i volontari. Si scava solo in cerca dell’ultima dispersa Mariateresa Arcamone.
Emergenza smaltimento dei fanghi
Che lo smaltimento dei fanghi e dei residui alluvionali sarebbe diventato un problema, non era una ipotesi, era la certezza di una emergenza nell’emergenza, sin dal primo giorno per un territorio come Ischia. I fanghi dell’alluvione di Casamicciola del 2019 sono ancora ammassati nell’immobile Santa Maria della Misericordia dell’Ente Morale Pio Monte. Qui è stata portata, da Protezione Civile, Vigili del Fuoco e ditte private, anche una prima piccolissima parte dei milioni e milioni di metri cubi caduti dal Monte Epomeo il 26 novembre scorso. Il “Pio Monte” di Casamicciola Terme è pieno in ben tre aree parcheggio: Le pinete, il parcheggio antistante le pinete e persino al lato del parcheggio “giostrine” dell’ex complesso sul litorale di Ischia (per circa 15 mila metri quadri di spazi complessivi ). Chiusi anche i siti di stoccaggio di Cavallaro, una zona tra i comuni di Lacco Ameno e Forio. Qui nessun degli uomini in divisa o degli operai specializzati può più scaricare già da domenica 4 dicembre e dopo solo 3 giorni di attività di deposito. A Ischia è già crisi per gli interventi di emergenza.
Poche deroghe al Commissario per agire sui fanghi
L’ordinanza del capo della protezione civile n.948 del 30 novembre firmata da Fabrizio Curcio, d’altronde, concede “buone” deroghe al delegato Giovanni Legnini per i lavori per il piano degli interventi urgenti a farsi per superare l’emergenza, poche invece quelle per il trattamento dei fanghi, comunque tutte cose tipiche di un’emergenza.
Caratterizziamo e smaltiamo con razionalità prima che i fanghi puliti diventino rifiuto
L’appello ora è alle istituzioni affinché si comprenda la necessità di razionalizzare e pianificare lo smaltimento dei depositi alluvionali, prima che diventino rifiuti, preda delle ecomafie e degli speculatori. Tra tre mesi questi depositi, anche i depositi puliti, ben caratterizzati ed analizzati, riutilizzabili per il rinascimento e la salvaguardia delle coste, diventeranno rifiuti speciali. Difficili da smaltire e con costi elevatissimi che ricadranno ancora sulle comunità. Difficili da portare lontano dall’isola il cui territorio è di fatto limitato. L’aree di deposito sono già sature.Completi i siti emergenza per i fanghi non si può più scavare e senza scavare e portar via detriti non si può mettere in sicurezza o prevedere una nuova normalità. Caratterizzato bene, oggi, questo deposito, poteva essere usato a protezione delle coste.
Panne in mare per arginare i depositi
Intanto nel mentre si lavora a monte e a valle per rimuovere fanno e detriti nel tratto di mare antistante il porto di Casamicciola Terme sono state installate delle panne assorbenti anche per evitare che i detriti invadano la bocca del porto. Il fondale del secondo scalo isolano comperato già di fango, il livello, si stima, sia salito di oltre 50 centimetri. Il porto a seguito di ispezione risulta pulito anche grazie all’intervento degli spazzamare. I controlli sulle variazioni batimetriche proseguono.
L’ecosistema a rischio?
Sono contrastanti in tal senso le voci. Le tonnellate di fango e detriti finite in mare a causa della frana di Casamicciola potrebbero mettere a rischio l’ecosistema marino. L’allarme viene dall’ischia Marine Center, laboratorio di biologia marina emanazione della stazione Anton Dohrn di Napoli. “Temiamo – spiega la ricercatrice Maria Cristina Buia – soprattutto conseguenze sulla posidonia oceanica, fondamentale per l’habitat sommerso. Nelle acque di Casamicciola esiste una prateria di questa pianta, protetta dalle legislazioni nazionale ed europea, e il trauma subito dal mare crea preoccupazioni per il suo futuro”. Al momento non è possibile stimare la superficie marina aggredita dai detriti, né per quanto tempo il materiale resterà in sospensione impedendo alla luce di raggiungere i fondali: “Dipenderà molto dalle correnti, continueremo a tenere sotto controllo la situazione. Il rischio è perdere importanti distese di posidonia, pianta che rappresenta un habitat prioritario per l’ecosistema, con una reazione a catena su flora e fauna sommerse che potrebbe incidere anche sul pescato”.Il dramma oggi è un altro.
Le deroghe, l’ordine a di Curcio e i materiali litoidi e vegetali di Legnini
Proviamo a rendere un focus sull’ Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile n. 948 del 30 novembre 2022, recante: “Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici verificatisi nel territorio dell’isola di Ischia (NA), a partire dal giorno 26 novembre 2022.”. All’Articolo 5 della stessa ordinanza sulla Gestione dei materiali litoidi e vegetali rimossi dal demanio idrico, compreso il demanio lacuale, per interventi diretti ad eliminare situazioni di pericolo e per il ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua, possono essere ceduti, previo nulla osta regionale e senza oneri, al comune territorialmente competente per interventi pubblici di ripristino conseguenti alla situazione generata dall’evento, in deroga all’articolo 13 del decreto legislativo 12 luglio 1993, n. 275.Previo nulla osta regionale, inoltre, i materiali litoidi e vegetali possono essere ceduti, a compensazione degli oneri di trasporto e di opere, ai realizzatori degli interventi stessi, oppure può essere prevista la compensazione, nel rapporto con gli appaltatori, in relazione ai costi delle attività inerenti alla sistemazione dei tronchi fluviali con il valore del materiale estratto riutilizzabile, da valutarsi, in relazione ai costi delle attività svolte per l’esecuzione dei lavori, sulla base dei canoni demaniali vigenti. Per i materiali litoidi e vegetali asportati, il RUP assicura al Commissario delegato la corretta valutazione del valore assunto nonché dei quantitativi e della tipologia del materiale da asportare, oltre che la corretta contabilizzazione dei relativi volumi. La cessione del materiale litoide può essere effettuata a titolo gratuito anche a favore di Enti locali diversi dal Comune. Ai materiali litoidi e vegetali rimossi per interventi diretti a prevenire situazioni di pericolo e per il ripristino dell’officiosità dei corsi d’acqua e della viabilità non si applicano le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2017, n. 120, le quali trovano applicazione ai siti che, al momento degli eventi calamitosi in rassegna, erano soggetti a procedure di bonifica ambientale dovuta alla presenza di rifiuti pericolosi, tossici o nocivi idonei a modificare la matrice ambientale naturale già oggetto di valutazione da parte della regione o del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. I litoidi che insistono in tali siti inquinati possono essere ceduti ai sensi del comma 1 qualora non presentino concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti di cui alle colonne A e B, tabella 1, allegato 5, al titolo della parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.Il Commissario delegato o i soggetti attuatori, ove necessario, possono individuare appositi siti di stoccaggio provvisorio ove depositare i fanghi, i detriti e i materiali anche vegetali derivanti dagli eventi di cui in premessa, definendo, d’intesa con gli Enti ordinariamente competenti, le modalità per il loro successivo recupero ovvero smaltimento in impianti autorizzati, anche con oneri a carico delle risorse emergenziali. Alla raccolta e al trasporto dei materiali di cui al comma 3 si può provvedere ai sensi dell’articolo 183, comma 1, lettera n), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, con le modalità e avvalendosi delle deroghe di cui all’articolo 3 della presente ordinanza. Ai predetti materiali, qualora non altrimenti classificabili in base alla loro natura, potrà essere attribuito il codice CER 20 03 99 “rifiuti urbani non specificati altrimenti”, fermo restando, ove applicabile, l’avvio a recupero delle frazioni utilmente separabili, in particolare dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei rifiuti ingombranti.Il Commissario delegato può autorizzare i gestori del servizio idrico integrato allo stoccaggio e al trattamento presso i depuratori di acque reflue urbane, nei limiti della capacità ricettiva degli impianti, dei rifiuti liquidi e fangosi derivanti dagli eventi di cui in premessa conferiti tramite autospurghi, con le modalità e avvalendosi delle deroghe di cui all’articolo 3 della presente ordinanza, a condizione della compatibilità di tali rifiuti con le caratteristiche tecniche e le modalità gestionali degli impianti. ARPA Campania fornirà supporto per la corretta attuazione di quanto previsto dal presente articolo.