Ischia. Tra emergenza bloccata e paura per inondazioni e frane. Il porto si insabbia

18 dicembre 2022 | 01:53
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Ischia. Tra emergenza bloccata e paura per inondazioni e frane. Il porto si insabbia

A quanto pare l’emergenza alluvionale di Ischia è già finita. Non sono però finiti i problemi. A più di 20 giorni sono ferme le attività e gli interventi sul territorio per rimettere in sicurezza e pulire le strade e le infrastrutture principali, smaltire i detriti.E non parliamo solo della exSs270, ma soprattutto dell’epicentro della tragedia. Anche il porto fa registrare nuovi problemi dopo una breve riapertura. Una gestione dello “Stato Emergenza alluvione” che lascia perplessi. Una sistema che doveva essere celere, urgente ed invece resta ingessato, paralizzato.L’Emergenza Alluvione di fatto è fissa da settimane  nella spartizione ordinaria di competenze e responsabilità. Null’altro. Oltre, i morti, oltre le centinai di sfollati, è tutto fermo. Il fango caduto resta ammassato sulle strade. Pompieri,  protezione civile e volontari e gli enti attuatori sono fermi. Il comune di Casamicciola Terme ha di fatto sospeso da giorni le somme urgenze per i cui interventi era stato nominato “ente attuatore” dal delegato Giovanni Legnini.  La protezione civile ed i suoi volontari dopo una impalpabile performance isolana sono andati via. Resteranno invece i vigili del Fuoco fino all’8 gennaio. Nel merito c’è stato un salvifico dietrofront del governo alluvionale. Sarebbero dovuti andare via oggi, lasciando solo il distaccamento con qualche mezzo caso mai ci siano particolari necessità.Resteranno per il recupero masserizie e l’assistenza agli sfollati. Al dramma e al pericolo reale si aggiunge la confusione in cui sono precipitati gli enti e i commissaria chiamati a gestire il territorio di Casamicciola Terme. Un metodo empirico di gestire l’emergenza solo sulla carta, senza nessuna azione concreta in favore delle popolazioni e dei territori colpiti, oltre l’assistenzialismo fine a se stesso.

Paura per inondazioni e frane. Porto di Casamicciola out per i traghetti

Mentre è stato avviato il monitoraggio del movimento franoso che grava sulla statale exSS270. La frana staccatasi dal monte Epomeo per l’alluvione dello scorso 26 novembre, monitorata o no, con il medesimo sistema, è terminata in mare sotto forma di una enorme colata di detriti. Ha provocato oltre che morte e distruzione anche la riduzione dei fondali del porto di Casamicciola. Si parla di circa 50 centimetri. Dopo settimane di cauto ottimismo e di “problemi non rilevati” come sostenuto da Italo Giulivo, ad oggi le navi traghetto  non vi possono più operare per la mutata batimetria. Per giorni la colata ha continuato a scorrere fino al mare e lo fa ad ogni pioggia dilavando le strade invase dal fango che non viene tolto. La parte consistente finisce nel bacino del porto commerciale e turistico del secondo scalo isolano, riducendone in diversi punti la profondità in maniera pericolosa. Il porto per lungo tempo ha funzionato ad intermittenza seguendo la chiusura delle strade. Le  navi di linea che vi hanno operato dopo l’alluvione hanno trovato grosse difficoltà a fare manovra ed ancorare ed hanno riportato conseguenze serie.La Capitaneria di Porto di Ischia ha concesso alle compagnie di navigazione di trasferire le corse al porto di Ischia fino a che non si potrà tornare ad operare in sicurezza in quello di Casamicciola. Il problema non riguarda gli aliscafi e le navi per il trasporto dei rifiuti e carburanti, che operano in zone del porto non raggiunte dal fango e che continuano quindi regolarmente la loro attività dopo una breve pausa e l’intermittenza della operatività legata alla chiusura della statale. Resta però da risolvere il problema del riempimento dello scalo con urgenza: Casamicciola è il secondo porto dell’isola, da cui partono ed arrivano i rifornimenti, gli approvvigionamenti ed ogni giorno si muovo unità navali usate dai pendolari di ospedali e scuole.La prossima settimana è atteso l’arrivo dei tecnici della Regione Campania che monitoreranno la situazione per capire il da farsi.