Le origini del termine “zeppola”, una serie di curiosità gastronomiche

24 dicembre 2022 | 22:28
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Le origini del termine “zeppola”, una serie di curiosità gastronomiche

Positano ( Salerno ) La gastronomia è tradizione, tipicità, è calore umano, è una festa per gli occhi e per il gusto. Per gli amanti delle curiosità, essa diviene anche una storia affascinante che affonda le sue origini nella notte dei tempi. Uno dei dolci natalizi più noti sono le zeppole, che possono essere quelle a pasta cresciuta, quelle di patate e quelle bollite, note come “scauratielli”.
Ma da dove deriva il termine “zeppola” e che cosa significa? Ci sono diverse ipotesi, ma quella che ispira maggiormente i critici gastronomici è la derivazione etimologica latina, da “serpula”. La serpula era la piccola serpe, il che giustificherebbe la forma di serpentello attorcigliato su se stesso ed il riferimento è molto chiaro, destinato alla forma assunta dalle zeppole di patate e in special modo da quelle bollite.
Anche se le origini di questo lemma sembrerebbero abbastanza recenti, perché parliamo sempre di un nome nato in età Tardo – imperiale, in realtà le origini della forma delle zeppole sono ben più antiche. Infatti già gli Egizi preparavano dolcetti a forma di serpente e poi i Greci preparavano, per il solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, delle ciambelle molto simili alle zeppole, raffiguranti la lettera alfa e la lettera omega dell’alfabeto greco, che simboleggiavano l’inizio e la fine del ciclo delle stagioni. Ancora oggi infatti le nostre nonne le preparano in un bel piatto alcune a forma di alfa e altre a forma di omega.
Tra l’altro la forma richiama, in ambito religioso cristiano, anche la forma e l’acronimo usati dai primi cristiani per indicare Gesù Cristo, ossia il pesce, “ichthys”, traslitterazione in caratteri latini della parola greca “ictus”, donde l’italiano “ittico”.
Un’altra ipotesi interessante, ma un po’ forzata glottologicamente parlando, sarebbe la derivazione da cymbala, divenuta zippula, attraverso una serie di modificazioni linguistiche. La cymbala era, anticamente, un’imbarcazione fluviale dal fondo piatto e l’estremità arrotondata, una forma che richiama la ciambella.
Ci sono ancora altre due ipotesi, di origine prettamente napoletana.
Secondo la tradizione cristiana, legata alla professione di San Giuseppe, il termine deriverebbe da “zeppa”, con cui in dialetto napoletano si identifica il fermo di legno posto per correggere i difetti di misura nei mobili.
Secondo un’altra tradizione più legata al linguaggio volgare, quindi del popolo, il termine zeppola è uno dei tanti nomi napoletani che designano maliziosamente l’ernia inguinale, insieme a guallera, paposcia, ‘ntoscia e mellunciello. In tal caso per zeppola si intenderebbe quella di “pastacrisciuta”, la cui forma potrebbe ricordare un’ernia rotondeggiante.
Se le origini del loro nome possono dare adito a diverse problematiche interpretative, non abbiamo dubbi, invece, sulla loro bontà e non ci resta altro che degustarle, affondandole nel miele con amici e parenti.
Gennaro Cuccaro