Lettere da Piano di Sorrento – Che ci raccontiamo a Natale?

LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
“CHE CI RACCONTIAMO A NATALE?”

Tra pochi giorni è Natale, la festa più rappresentativa per l’Umanità, in particolare per la comunità cristiana. Perché alla fine noi ci consideriamo ancora cristiani.
Aldilà dell’ipocrisia degli auguri, delle iniziative di raccolta cibo, vestiario e di altri interventi a favore dei poveri (nobile quanto si vuole), cosa possiamo dirci in questa cornice, una volta di pace, di serenità, di calore della famiglia, di abnegazione per il prossimo che avremmo dovuto amare come noi stessi? Vogliamo nascondere le amare verità che ci affliggono: la guerra in Ucraina, che non lascia spiragli di pace, la pandemia per niente sconfitta e che, al momento, una incosciente scelta politica che ha abolito l’obbligo della mascherina, tranne che nei plessi ospedalieri, ha illuso psicologicamente a ritenere passato il pericolo e che residua soltanto una banale influenza, da combattere magari con l’aspirina?
E la gente, stanca delle privazioni e delle restrizioni a cui è stata sottoposta, ha abbassato la guardia, autoconvincendosi che è tutto finito. Ed invece pare che stia aumentando il numero dei decessi, comunicato che non ci viene più aggiornato. Quindi resta il rischio di contrarre il virus e magari anche di morire. Anche delle vaccinazioni non se ne parla troppo e molti non hanno fatto la quarta dose.
Senza contare che, pochi giorni fa, è scoppiato un altro scandalo, chiamato “Qatargate”, ennesima storia di tangenti che ha coinvolto il Parlamento Europeo.
Abbiamo appreso che alcuni parlamentari fanno vacanze da 100.000 euro, mentre in Africa continuano a morire bambini per la fame o perché non possono procurarsi i farmaci per combattere le patologie di cui sono afflitti.
Ma è Natale, non pensiamoci, continuiamo a vivere nel benessere fatuo del consumismo. Addobbi, generi alimentari, regali, viviamo questo Natale di comodo anche se, nascosti fra le nuvole in cielo, ci osservano le anime di quei 44 bambini uccisi a Teheran e gli altri morti nell’assurda guerra in corso.

(avv. Augusto Maresca)

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