Meta – Piano di Sorrento, Luigi Iaccarino ricorda Palmina: la maestra dai capelli color delle nuvole
Ieri nella Basilica di Santa Maria del Lauro l’ultimo saluto all’80enne Palma Miccio, conosciuta affettuosamente come la “Maestra Palmina”. Una donna dal cuore grande che lascia un vuoto immenso in tutti coloro che l’hanno conosciuta e che ora ne piangono la scomparsa.
Desideriamo riportare il bellissimo ricordo pubblicato sulla sua pagina Facebook da Luigi Iaccarino, ex sindaco di Piano di Sorrento: «Ci vedevamo raramente, ma ogni volta che ci incontravamo era una festa e ci promettevamo, puntualmente, di andare a mangiare una pizza insieme, con Luciana e altri amici, che avevano avuto la fortuna, come me, di conoscerla già dai primi anni del suo insegnamento a Mortora. La conobbi giovanissima quando grazie al CIF ed all’impegno di don Mattia, anche lui giovanissimo allora e pieno di entusiasmo per la sua Comunità, iniziò a svolgere la sua professione-missione di maestra dell’asilo, così allora si definiva l’attuale Scuola per l’infanzia. Bastò poco che tutti incominciarono ad amare e ad apprezzare quella giovane donna, piena di dolcezza e di determinazione, piena di disponibilità e tenerezza, che veniva da Meta e già da allora quando si parlava della “maestra Palmina” si associava questo nome al cuore grande di una persona, che amava i bambini con la stessa intensità ed il trasporto di una mamma e la si ricordava subito con il suo ciuffo di capelli bianchi, come il candore di una nuvola, che le spiccava sulla fronte. Perciò bastò poco ad amarla.
Gli anni passarono e la sua carriera scolastica, quasi per una benedizione del Cielo, la volle maestra di ruolo presso l’Asilo di San Liborio e così opportunità di collaborazione, di condivisione e di apprezzamento per la sua professionalità diventarono occasioni giornaliere di maggiore frequentazione e di crescita di bene. Tutti i bambini della zona di San Liborio, di Mortora e della zona alta hanno avuto la fortuna di poter essere accarezzati e coccolati dalla maestra Palmina, tutti amavano correre a scuola perché lei sorridente li aspettava sull’uscio della Scuola con il suo sorriso di donna serena che metteva in evidenza quel piccolo spazio interdentale, tra i suoi incisivi, che così tanto, simpaticamente, la caratterizzava. La maestra Palmina è riuscita a voler bene a generazioni e generazioni di bambini, è riuscita a coinvolgere nelle sue iniziative famiglie intere che, apprezzando la sua sincera opera educativa e di aggregazione, non le hanno saputo mai dire di no. Ed allora Presepi Viventi, festa della vendemmia, festa della mamma, festa del papà, giorni in maschera per vivere la gioia del Carnevale, hanno saputo delineare la bellezza di un tempo e la presenza di una Istituzione che per il piccolo Casale ed i suoi confini hanno significato un valore immenso ed un riferimento di grande spessore. Intanto il suo ciuffo bianco si spandeva per tutta la sua chioma, inondando di candore tutta la sua testa e fu così che il suo tempo si fermò a quell’immagine di donna sorridente e rassicurante che ce l’ha portata fino a questi giorni della sua triste partenza sempre uguale, sempre la stessa, giovanile e perfetta in questo suo tempo cristallizzato.
Appena la notizia della sua dipartita si è sparsa tra tutti noi, tra la gente di queste zone, ognuno ha provato il dolore di questo distacco ed ha esclamato: “Oh, la maestra Palmina, la mia maestra d’asilo !” ed una stilla di nostalgia è apparsa negli occhi di ciascuno. Quanti volti di bimbi piccoli, quanti sorrisi sdentati, quante treccine all’aria, quanti nasini all’insù, quante manine cicciottelle, quanti occhietti vispi e felici, quante lacrime, quante carezze son passati nei suoi giorni di maestra trascorsi in una classe, allietata dai suoi disegni, dai suoi lavoretti, dalle sue greche di carta crespa. Una “Fata turchina” per tutte queste creature e per tutti i loro sogni ed i loro sentimenti, anzi oserei dire una “Fata dai capelli color delle nuvole”, così amo appellare la mia amatissima amica Palmina, soprattutto per dirle grazie.
Un grazie che è scaturito del cuore di tutti quei bimbi che oggi son diventati padri e madri, che portano sul loro viso già la traccia di una ruga ed il peso di responsabilità severe, un grazie che scaturisce da quei bimbi che un tempo l’accarezzavano con le loro manine rosee e paffute e che oggi invece sono coperte di calli e di responsabilità, un grazie che è come carezza per dirle che una donna così non si può dimenticare perché la sua presenza sicura e avvolgente fa parte di una infanzia felice, dove le persone che si amano diventano personaggi immortali e stupendi come quelle delle favole più belle, ma ancor più presenti perché favole vissute concretamente e con un lieto fine ogni giorno.
…è questo quello che avrei voluto dirle mentre avremmo assaporato quella famosa pizza, tanto desiderata, da condividere con gli amici di sempre… ma il tempo è volato e ci ha resi troppo distratti ed impegnati per cose futili ed inutili ed è perciò che oggi gliele sussurro, anche se con una tristezza unica, nel suo orecchio attento mentre la mia mano le accarezza ancora, con rispettosa soggezione, i suoi capelli bianchi, bianchi come il color delle nuvole alle quali lei tante volte ha saputo farci accostare con i suoi racconti, il suo calore, i suoi gesti d’affetto, con la sua fede.
“Addio cara “Maestra Palmina”, in Dio ci rivedremo ancora, cara Palmina, e grazie ancora di quest’ultimo insegnamento che con il tuo distacco hai voluto ancora donarmi: quello di non rimandare a domani ciò che, dettato dall’amore e dalla gratitudine, desideri fare oggi. Ci hai ricordato, con la tua improvvisa partenza, di non farci distrarre e farsi prendere troppo dai pensieri di una quotidianità frettolosa e spesso d’occasione, ma lasciarsi, nei propri giorni e nel proprio tempo, uno spazio per poter concretizzare quei desideri del cuore, quelle esigenze di parole carezzevoli, che poi se non fatte e non dette lasciano tanta insoddisfazione nell’animo.
Grazie, anche per quest’ultima tua carezza, maestra Palmina.”
E a tutti perciò ricorderò di non rimandare a domani quelle azioni del cuore che oggi l’affetto ci suggerisce di compiere… prima che poi, inevitabilmente, sia troppo tardi… anche se è solo il desiderio della condivisione di una pizza».