Balneari, il governo spinge per lo slittamento della fine delle concessioni a dopo il 2023.

20 gennaio 2023 | 21:48
Share0
Balneari, il governo spinge per lo slittamento della fine delle concessioni a dopo il 2023.

Lo prevede un emendamento di FdI  al decreto Milleproroghe che elimina la scadenza  del 31 dicembre prossimo ,fissato dal Consiglio di Stato ed estende l’efficacia delle concessioni degli stabilimenti balneari fino al varo della riforma complessiva di settore. Una iniziativa che mette, per l’ennesima volta, il nostro Paese in contrasto con quanto deciso dalla la UE nonchè con i fondi del Pnrr.

E’ di oggi la notizia che il  partito della Premier, attraverso un emendamento, vorrebbe cancellare il termine del 31 dicembre 2023 fissato dalla legge sulla concorrenza e confermato dal Consiglio di Stato . Di conseguenza  le concessioni continuerebbero ad avere efficacia fino all’approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina.

L’emendamento, a prima firma di Lavinia Mennuni ,introduce un articolo sulla “cessazione di efficacia dei termini delle proroghe stabilite per le concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per l’esercizio di attività turistico-ricreative e sportive nonché dei rapporti di gestione relativi ad attività con finalità turistico – ricreative e sportive”. In effetti si mira a cancellare l’attuale termine in base al quale dal 1° gennaio 2024 le concessioni non avranno più efficacia e sarà necessario fare le gare, che per le spiagge andranno concluse entro il dicembre 2023 salvo i casi in cui c’è un contenzioso oppure difficoltà oggettive. I vincitori delle gare dovranno versare canoni che finalmente tengano conto del pregio naturale e dell’effettiva redditività delle aree. Stando invece  all’emendamento, le concessioni continuano ad avere efficacia fino all’approvazione della legge di riforma organica della relativa disciplina. Il rilancio di Fdi ha provocato la reazione delle opposizioni. Per le quali tale iniziativa rappresenterebbe  l’ennesima presa in giro della maggioranza e sarebbe alquanto imbarazzante continuare con l’ennesima proroga che lascia nell’incertezza comuni e operatori del settore che si troverebbero ancora nell’impossibilità di programmare investimenti, riqualificazione e certezza sul lavoro. Nel frattempo bisogna considerare che un tale provvedimento si scontrerebbe contro la normativa europea e gli impegni assunti con la Comunità, anche in materia di Pnrr.  – 20 gennaio 2023 – salvatorecaccaviello

Fonte Ansa