Da Forio d’Ischia al tetto d’Europa cosi Patrizio Oliva diventa lo Sparviero
A quarant’anni dalla conquista del titolo europeo il Pugile Napoletano racconta la sua grande avventura:”Ischia è stata il trampolino di lancio della mia carriera, le auguro di non mollare e di avere la forza di rialzarsi”
Ida Trofa|Tutto esaurito presso i botteghini del Drago tenda di Forio per il campionato europeo dei superleggeri di boxe in programma la sera del 5 gennaio 1983. Il napoletano Patrizio Oliva sfida il detentore transalpino Robert Gambini “manesco portuale di Marsiglia con fama di notevole picchiatore” recitano le cronache dell’epoca. 4000 i testimoni seguiranno la sfida dal vivo per un match che resterà nella storia del pugilato. A bordo ring autorità e sponsor che hanno contribuito alla realizzazione della serata. Farà gli onori di casa Gaetano Colella, sindaco di Forio che volle puntare sui “cazzotti di maneschi giovanotti -scrive l’inviato dell’Unità Marino Marquet annunciando l’evento – per il rilancio in campo nazionale ed internazionale del buon nome dell’isola. Così Forio faceva il verso ad Atlantic City e a Las Vegas” per diventare sinonimo di buon pugilato. Da quella scommessa, dal ring di Forio Oliva si regalava il titolo europeo la corona europea dei superleggeri. Ventitrenne, commesso di banco, quel che fino alla viglia dell’ epifania di 40 anni fa era ritenuto solo un pugile di buona qualità, diventa nuovo campione d’Europa dei superleggeri e nella sua calza della Befana deposta la corona di leader. Conquisterà il titolo in un incontro dominato, nel corso del quale Oliva, diranno i cornisti sportivi internazionali, ha imposto al francese, detentore della corona continentale, i diritti ed i ganci di una “classe di un’intelligenza pugilistica superiori”. Oliva attendeva la Befana del 1983 senza trepidazione e un po’ come attende adesso la ricorrenza del quarantennale di quello che fu uno storico successo che lo ha catapultato dalla fame nera dei sobborghi di Napoli, alla platea mondiale . Lo sport, la fatica, il sacrifico, la correttezza e l’amicizia, l’amore e la passione tutto in due guantoni rosso pugile. Così, da Forio d’Ischia al tetto d’Europa, Patrizio Oliva diventa lo Sparviero del Ring. La storia di quella magica notte e di un sodalizio indissolubile con l’isola nel racconto del protagonista.
L’intervista.Oliva :”Ischia è stata il trampolino di lancio della mia carriera, le auguro di non mollare e di avere la forza di rialzarsi ”
-Maestro Oliva, il 5 gennaio 2023 saranno trascorsi quarant’anni dalla conquista del suo primo titolo europeo, da quella che viene ricordata come una delle più grandi sfide del pugilato internazionale, dello sport. Lei è stato sicuramente il principale artefice di quella magia, protagonista incontrastato di quella notte.Eppure Forio, l’isola d’ischia hanno avuto un ruolo importante le va raccontarci questa storia di successo? Com’è andata quella volta ad Ischia?
“Ho sempre dei grandi ricordi di quel periodo, del percorso della mia carriera ad Ischia. Gli inizi della mia carriera, i primi titoli importanti, proprio il mio primo titolo italiano e il primo titolo europeo, li ho vinti ad Ischia. Forio è stato il ring sul quale li ho conquistati. Quindi sono sono ricordi indelebili. Ischia è un’isola che porto nel cuore da sempre”.
-Cosa ha rappresentato Ischia per lei e per la sua carriera per il pugilato?
“E’ stata, proprio, il trampolino di lancio della mia carriera e poi per quello che ho fatto in seguito con vari titoli che ho conquistato. Tutto è partito da da Ischia: dal mio primo titolo italiano fino arrivare, poi, al titolo europeo”.
-Com’è andata quella volta, 40 anni fa?
“Per un atleta sono sempre momenti particolari, di grande tensione. Conquistare per la prima volta il titolo italiano conquistare per la prima volta il titolo europeo, sono momenti di grande concentrazione e di tensione, perché è il primo approccio e quindi non sai mai come andrà…( spiega con gli occhi velati di commozione ed un pizzico di nostalgia NDR) sfidi il campione! Non è che il campione se tu sei. Sei lo sfidante. Quindi sai di avere difronte il campione, sai che lui è forte e devi metterci tutto l’impegno, tutta la serietà, tutta la grinta, tutto ciò che ci vuole per per affrontare una gara sportiva come quella. In particolare modo nell’europeo combattevo con un francese molto forte, Gambinì. Fu un bellissimo match. Ricordo ancora il Teatro Tenda gremito di tifosi che che gridavano il mio nome e fu veramente una cosa straordinaria. Ischia mi è stata sempre vicino”.
– Il pugilato è uno sport in cui si combattono grandi incontri, ci si sfida a cazzotti, ma è soprattutto una storia di guantoni e grandi amicizie.Ali- Frazier, Benvenuti-Griffith, per citarne alcuni, ma anche Oliva e Gambinì. Cos’è che fa nascere questi legami in una disciplina dove, tendenzialmente, ci si prende a botte? Perché nascono queste grandi amicizie?
“Infatti, bisogna fare un distinguo importante, un incontro nella box non è uno scontro. E’ un incontro tra due atleti che che mettono sulla sulla bilancia la propria forza, le proprie debolezze, le proprie le proprie paure.Quindi, quando finisce la gara si è amici, perché, ripeto, ognuno di noi sa che, lo sport rappresenta questo, una sfida leale tra due atleti e non rappresenta certo una guerra”.
-Qual è il suo più bel ricordo legato allo sport e all’amicizia?
“ Ricordo quando ho difeso il titolo italiano contro Antonio Antino, proprio ad Ischia, prima dell’incontro, Antino che era era molto amico con mio fratello- mio fratello Mario è stato un pugile nel suo periodo- lo incontri e dissi: ‘ma ti rendi conto io devo fare il match col mio idolo, perché tu sei il mio idolo!’. Ecco mi dispiacque di averlo battuto per KO. Però, poi dopo, ci siamo abbracciati, siamo andati a cena insieme. Come si fa sempre nel mondo della boxe”.
-Oggi queste grandi sfide, gli eventi come quelli di 40 anni fa non si vivono più. I grandi match dal sapore epico non si combattono più e il mondo dello sport sembra più povero. Secondo lei come mai. Cos’è accaduto ?
“Secondo me ci si è persi un pò sulla costruzione del personaggio. Ormai si pensa solo al business, ai soldi, si punta sui match che vanno sulle tv a pagamento. Viene messo in evidenza solo la grande rivalità. Non si mette mai in evidenza che, comunque, lo sport, ripeto, è un incontro tra due persone che si stimano e che, però, allo stesso tempo, quando c’è la gara, mettono da parte queste amicizie, fanno la gara e poi alla fine si ritorna insieme. Siamo ricchi di sport fatti di rapporti, di grande lo sport. Ci sono sfide che ci rappresentato anche grandi amici. Come Bartali e Coppi in quel gesto di grande fair play quando si passano la borraccia d’acqua in un Giro d’Italia che rimarranno negli annali. Quando entrambi avrebbero potuto approfittare della debolezza dell’altra, al contrario, il più forte cosa fa? Gli passa la bottiglia d’acqua. E questa è la grandezza dello sport”.
-il 5 gennaio saranno quarant’anni. Che cosa rappresenterà quella data e come vivrà quel giorno?
“ E’ una data da ricordare della mia carriera.Dopo il titolo europeo di Ischia, sono andata oltre. Ho vinto il titolo mondiale, ho vinto un altro titolo europeo in un’altra categoria di peso. Ho fatto il titolo mondiale un’altra categoria di peso… ricordo quel giorno, sempre, con grande piacere. Il 5 gennaio del 1983 rappresenta per me una grande data.Da lì è scoppiata proprio la mia carriera e mi sono fatto valere in campo internazionale”
– Dal pugile, dal maestro Oliva un messaggio al mondo sport, ad Ischia.
“Innanzitutto voglio fare gli auguri e, soprattutto, essere vicino, veramente, con il cuore, dopo questa tragedia che è successo ad Ischia, nella zona di Casamicciola, a tutti. Mi è dispiaciuto tantissimo. Sono molto legato a Ischia. Mi auguro con tutto il cuore che il governo possa intervenire, quanto più rapido possibile e ridare serenità e risposte ai cittadini che hanno perso tutto. Mi dispiace per le persone che hanno lasciato questo mondo in un mondo tanto terribile è drammatico. Intere famiglie distrutte. Sono dispiaciuto di ciò che è successo quindi faccio un grande in bocca al lupo ad Ischia. Al mondo dello sport auguro di continuare ad essere custode di valore ed un punto di riferimento, magari anche nelle tragedie come quelle di Ischia”.