Lettere da Piano di Sorrento – Dal Medioevo al…femminicidio

16 gennaio 2023 | 11:45
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Lettere da Piano di Sorrento – Dal Medioevo al…femminicidio

LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
“DAL MEDIOEVO AL…FEMMINICIDIO”

Se parto dal Medioevo è per evidenziare un periodo del passato nel quale particolarmente la donna ha simboleggiato il peccato, il demonio, la strega che andava bruciata. Poi, col passare del tempo, il rancore nei confronti del sesso femminile si è incentrato sulla sfera sessuale. Secondo qualcuno vi sarebbero ancora paesini dell’estremo Sud dove sopravvivono manifestazioni di comportamento sessuale anomalo, morbose forme di attaccamento alla persona. Residuali dei tempi bui? È possibile vedere, pendenti dai balconi delle case, dove i novelli sposi hanno trascorso la fatidica prima notte di nozze, lenzuola con tracce di sangue, a dimostrazione della verginità sconfitta?
Io non lo so, so soltanto che nonostante la faticosa emancipazione della donna, dal diritto al voto, alla partecipazione di attività considerate esclusivamente maschili (oggi potremmo dire al trionfo dopo l’insediamento della Meloni a Presidente del Consiglio), la donna continui a subire maltrattamenti nell’ambito familiare e non e, troppo spesso, ad essere uccisa dal marito o dal compagno di vita.
Sembra essere diventata un’odiosa moda quella del “femminicidio”: uccisione da parte del marito che non vuole separarsi o non accetta la separazione o dal compagno di vita.
Quali sono le vere ragioni di questo exploit di violenza in danno della donna? Gelosia, oscuro sentimento da Otello Shakespeariano, oppure gelosia perché la donna si è resa autosufficiente economicamente, sottraendosi dalla dipendenza dal marito o dal compagno con il quale vive? Gelosia ancora per la lenta “escalation” sociale, per aver sottratto posto di lavoro al maschio? Oppure la raggiunta libertà sessuale, appannaggio soltanto del primo portatore di pantaloni? Certamente è un lavoro molto difficile per la interpretazione da parte dei psicologi, degli psichiatri, insomma per tutti gli “strizzacervelli” come li chiama il popolo dei semplici.
È necessaria, quindi, un’analisi più approfondita su questo fenomeno che va estendendosi sempre di più per poi pensare ai ripari, essendo assolutamente insufficiente ricorrere agli organi di Polizia che troppo spesso sono soltanto spettatori di una tragedia.

(avv. Augusto Maresca)