Lettere da Piano di Sorrento – Vince lo Stato?
In questi giorni non si parla d’altro, in prima battuta, se non dell’arresto del superlatitante boss mafioso Matteo Messina Denaro, ormai anziano, malandato in salute, che, forse, ha accettato di arrendersi per potersi curare il cancro a spese dello Stato, quindi a nostre spese. Che grande vittoria! La Meloni vuole immortalare il giorno dell’arresto, 16/01/2023, come festa nazionale. Un trionfo nella lotta contro la Mafia. Andiamoci piano. Impensierisce questo clima di autoesaltazione della Destra, dopo la vittoria elettorale. La nuova Presidente del Consiglio, nel sottolineare l’impegno per la risoluzione dei problemi del Paese, richiama la celebre frase, pronunciata da Garibaldi e diretta al suo luogotenente Nino Bixio: “ Nino qui o si fa l’Italia o si muore”.
Nel contempo un ministro del nuovo Governo vede nel sommo poeta Dante nientepopodimeno il fondatore delle ideologie di destra. Un’imbecillità che, a parere del Prof. Galimberti, andava taciuta dalla stampa.
Ma non è piuttosto una vergogna che ci siano voluti 30 anni per assicurare il boss nelle carceri della Repubblica? A voler essere onesti, il fatto che ci siano voluti questi 30 anni significa, purtroppo, tre cose, la prima: l’omertà, una costante nell’indole siciliana; la seconda: la rete di protezione che lo ha custodito in tutto questo tempo; la terza: l’impotenza dello Stato nell’individuarlo e arrestarlo. Si badi bene, non si parla d’inefficienza perché, nella nostra magistratura e nelle forze dell’Ordine ci sono tantissimi soggetti validi, solerti, diligenti, che operano coscienziosamente e scrupolosamente. Ma non sono bastate le intercettazioni che, alla fine, ne hanno consentito la cattura per una tempestiva individuazione.
Ma tutto questo perché? Perché oggi la Mafia, l’abbiamo detto tante volte, non è più quella di ieri che scompare di scena. Oggi ne esiste una nuova che si è trasformata, che è presente nelle Istituzioni, confusa tra i buoni e i cattivi, una Mafia che ha riciclato l’illecito e lo ha legalizzato. Combattere questo nuovo tipo di Mafia è un’impresa assai ardua. Se ne va il mondo di Totò Riina, di Provenzano, di Messina Denaro, ma vi è un tacito passaggio di consegne al nuovo, al quotidiano in mezzo a noi.
Per quanto infine riguarda la modalità della cattura, chiamiamola così, lascia molto a desiderare, accende inquietanti dubbi e riapre le ferite, mai rimarginate, delle stragi, degli attentati, delle Brigate Rosse e Nere, dei depistaggi e di quel processo sulla trattativa Stato/Mafia la cui decisione non ci trova convinti.
( avv. Augusto Maresca)