Sorrento – A puteca de’ e leggende Napulitane, quando a teatro ci si incanta di e con Diego Sommaripa
Ieri, 2 gennaio, a Sorrento all’interno della settecentesca Chiesa dell’Addolorata, presentata da Gigione Maresca, è andata in scena l’opera ‘A Puteca de’ e leggende Napulitane, regia di Diego Sommaripa, spettacolo in cartellone nella rassegna artistica già alla seconda edizione “IncantiAmoci a Sorrento” organizzata dall’Associazione Musiciens con la direzione artistica di Salvatore Piedimonte. Il testo liberamente ispirato a “Storie e leggende napoletane” di Benedetto Croce ha tra gli autori Tommaso Vitiello, Silvio Fornacetti, Gennaro Esposito, Pasquale Palma, Noemi Giulia Fabiano e Vittorio Passaro, e ha visto alternarsi sull’altare della chiesa trasformato per una sera in palco lo stesso Sommaripa, Vittorio Passaro, Diletta Acanfora, Laura Pagliara, Vincenzo Lettieri e Cristian Chiummariello. ‘A Puteca de’ e leggende Napulitane è un’altra delle opportunità che ci ha offerto questo Natale, il direttore artistico Salvatore Piedimonte di conoscere, ricordare e magari innamorarci di nuovo della cultura napoletana, in questo caso della sua mitologia e dei suoi personaggi archetipici. L’opera, infatti, pone al centro dell’azione scenica personaggi di fantasia e non come il Principe di Sansevero, Colapesce, Maria la Rossa la strega di Port’Alba, il Munaciello e La Regina Giovanna, che fanno parte o dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni campano, essi, infatti, sono a noi come i personaggi dei Fratelli Grimm ai tedeschi o quelli di Charles Perrault ai francesi. Salvatore Piedimonte ha, con lodevole determinazione, voluto investire con il suo “IncantiAmoci a Sorrento” anche in uno dei più blasonati tra i generi della letteratura folklorica,la fiaba, che esalta l’arte e l’identità di un popolo. Non a caso “lo cunto”, come lo chiama Basile, è stato in passato oggetto dell’attenzione anche di un filosofo della grandezza di Benedetto Croce, del fervore documentario della demologia gramsciana e di studi più recenti di demo-etno-antropologia. A questo tentativo di rinascita dell’amore per il proprio patrimonio favolistico e fiabesco contribuisce la drammaturgia di Sommaripa, regista e autore tra i più interessanti della sua generazione, che scollina la semplice riattualizzazione di tale patrimonio proponendoci quel teatro di matrice ioneschiana che gli riconosciamo saper ben interpretare fin dalla bella rappresentazione de “La cantatrice calva” con Ciro Pellegrino alla regia e soprattutto in “Trullo” che lo pose all’attenzione della critica nazionale. Nella drammaturgia di Diego Sommaripa la regina Giovanna, la Janara, il Munaciello, Colapesce o il Principe non sono caricature da commedia dell’arte ma personaggi veri, carichi di quell’angoscia e di quell’irrazionalità della condizione umana che permettono riflessioni ben più profonde allo spettatore così com’era nel teatro del commediografo francese. Tra le pieghe della narrativa di Sommaripa s’intuisce che Giovanna è descritta come una mangiatrice di uomini perché una donna al potere in quanto donna doveva essere denigrata da chi era rappresentante di una società maschilista e patriarcale, i baroni, Colapesce è un Trullo ante litteram, l’uomo irrisolto che cerca una propria dimensione, realtà e identità. Un teatro contemporaneo che ha radici profonde nel passato ma che da esso non è condizionato ma stimolato a proporre il nuovo. di Luigi De Rosa
‘A Puteca de’ e leggende Napulitane con Diego Sommaripa, Vittorio Passaro, Diletta Acanfora, Laura Pagliara, Vincenzo Lettieri e Cristian Chiummariello.