Sorrento, Antonino Minieri una scelta di vita e professionale : “Cos’è il counselor”
Sorrento ( Napoli ) Sentiamo Antonino Minieri , ex parroco della Madonna di Lourdes. Dopo aver lasciato la parrocchia e la veste da prete, ha scelto di fare il counselor. Una scelta di vita e professionale, nata da studi fatti già in precedenza.
Cosa è il counseling? Chi è il counselor?
Il counseling è un’esperienza di aiuto/supporto alla persona, che si può concretamente realizzare nella forma del colloquio a due o dell’incontro di gruppo, per meglio mettere a fuoco e realizzare i propri obiettivi o trovare vie più efficaci per risolvere alcuni problemi possibili del vivere quotidiano. Tutto questo viene svolto da un operatore specializzato chiamato counselor, che accompagna la persona, nel gergo tecnico il cliente, a fare una concreta esperienza del counseling, mettendo a disposizione un ascolto attento e un’accoglienza fatta di cura, tramite la quale accoglie l’altro e la sua storia senza nessun giudizio, ma aiutandolo a tirare fuori dal suo mondo interiore ciò che è fondamentale per essere una persona che vive con una gioiosa responsabilità.
Perché hai scelto questa strada?
Ho iniziato il percorso della scuola triennale di counseling, nel 2015, perché volevo avere qualche “strumento” in più per relazionarmi in maniera più serena e feconda con me stesso e le persone che incontravo lungo il mio cammino. Adesso desidero mettere a frutto tutte queste competenze per proporre concreti itinerari di counseling, in modo che, anche nella nostra terra, tale opportunità venga conosciuta, valorizzata, scelta e consigliata.
Quali problematiche hai affrontato sinora?
Nei colloqui personali ho avuto modo di “toccare con mano” tantissime problematiche e sarebbe quasi impossibile farne un elenco. Posso solo dire che tali difficoltà spesso vengono percepite come “muri insormontabili”, mentre invece, cambiando semplicemente il punto di osservazione e lavorando sulla profondità dello sguardo, ci si accorge che, addirittura, possono essere trampolini di lancio, piste di decollo o di atterraggio. Il counseling è al servizio di questa “conversione di approccio”, che è decisiva nella vita di una persona.
Come si svolge il tuo lavoro?
E’ un lavoro tutto da inventare, ma sono molto fiducioso sul fatto che presto sarà da tutti riconosciuto, per la sua importanza e necessità. Al momento sono a disposizione per colloqui a due, sia in uno studio a Sorrento che a Castellammare, ai quali mi appoggio grazie alla disponibilità di alcuni cari amici psicoterapeuti, ma anche per percorsi di gruppo, inizialmente gratuiti, da potersi svolgere in qualsiasi contesto di socializzazione (luoghi di lavoro, scuole, parrocchie, associazioni, etc.), sempre allo scopo di far emergere l’importanza di questa attività. Tali percorsi saranno proposti anche nell’ambito delle offerte formative dell’associazione “Krino”, fondata con altri amici counselor nel 2019, il cui scopo è far assaporare a tutti la fecondità del counseling. A breve proporremo un quadro più dettagliato delle nostre attività.
Per diventare counselor quale è stato il tuo percorso formativo?
Nel 2015 mi sono iscritto alla Scuola di Counseling di indirizzo psicosintetico, con sede centrale a Firenze, che ho terminato, con la tesi, lo scorso 21 gennaio 2023. La formazione, però, non si ferma al tempo della scuola, ma continua tramite la partecipazione a gruppi di Supervisione, a Convegni di aggiornamento, al confronto e alla collaborazione con altri counselor, magari di altri indirizzi, che in Italia stanno mettendo a punto percorsi innovativi ed estremamente interessanti.
Cos’è, in particolare, il counseling aziendale?
Il counseling aziendale aiuta tutti gli attori coinvolti, datori di lavoro e lavoratori, ad abbandonare una visione miope ed ingiusta del lavoro, chiedendo di dedicare una piccola parte del batget delle ore lavorative settimanali – potrebbe bastare anche un’ora – ad attività che favoriscano la reciproca conoscenza, l’arte della collaborazione, la capacità di sentirsi squadra in corsa verso un obiettivo comune. Concludo con una proposta concreta, che faccio a tutti i titolari di piccole e medie aziende della nostra terra, che abbiamo un certo numero di dipendenti, ipoteticamente almeno dieci: quante ore a settimana lavorano i vostri dipendenti? Quaranta ore? Di più? Di meno? Accettate la sfida di investire solo un’ora a settimana di quel pacchetto per un’esperienza di counseling aziendale, per dare alla vostra azienda l’opportunità di prendersi cura anche relazioni umane, in vista di una produzione più grande e più felice? Se la vostra risposta è Sì, o semplicemente ne volete sapere di più, contattatemi e ne parliamo!
Quali sono i mali maggiori di oggi e come evitare il baratro in cui precipitano molti giovani? Secondo te, cosa può fare la società?
I giovani avrebbero bisogno di molti più adulti – penso ai genitori, agli educatori di professione, ma anche a tante persone che, semplicemente, hanno grande empatia verso i giovani e gli sta a cuore la loro formazione integrale – che passino del tempo con loro, nel quale accoglierli così come sono, senza giudizi o pre-giudizi, ed aiutarli a tirare fuori e valorizzare tutte le loro risorse. Il modello dell’Oratorio di don Bosco, di cui oggi ricorre la festa [rispondo a queste domande il 31 gennaio 2023] resta un buon punto di partenza, che, declinato secondo i nostri tempi e magari anche in ambienti non specificamente religiosi, potrebbe essere molto utile come “risposta sul campo” ai problemi attuali. Invece solo di “lamentarsi” che le cose non vanno, bisogna “provare” a mettere in atto strategie nuove. Magari si sbaglierà, ma, grazie a quegli errori, lentamente si troverà la strada giusta. Detto in altre parole, oggi c’è bisogno di persone di buona volontà che, invece solo di “pontificare”, si sporchino le mani, allo scopo di aiutare tutti ad avere i cuori più puliti.