Sorrento – Un mare di plastica, le riflessioni di artisti e addetti ai lavori sull’inquinamento da plastiche
Sorrento (NA) Ieri sera nell’ambito della mostra di artigianato “𝐌anufactum” organizzata dall’Associazione Peninsulart, per il primo dei quattro incontri in programma durante la kermesse sorrentina, si sono dati appuntamento all’interno di Villa Fiorentino alcuni artisti e addetti ai lavori per un dibattito che ha sviluppato il tema legato all’inquinamento da plastica dei nostri mari. All’incontro dal titolo quanto mai emblematico, “Un mare di plastica”, hanno partecipato Rosanna Ferraiuolo, artigiana del riciclo, Francesco Marino presidente del WWF Napoli, Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno, Luigi Cuomo direttore generale Penisola Verde spa e Sara Mascolo studentessa di moda. Gli ospiti hanno illustrato problematiche e proposte fattibili per una presa di coscienza della drammatica criticità rappresentata dal persistere di questo tipo di inquinamento e le possibili soluzioni che nascono anche da un riuso creativo delle plastiche rappresentato anche da un settore in espansione come l’artigianato e soprattutto da quello dell’industria tessile, che prendendo coscienza di quanto il modello fast fashion, vale a dire prooporre ogni anno nuove collezioni che a loro volta saranno causa di aumento di microfibre nell’ambiente, vada rivisto con l’adozione di modelli di business che mirino ad una produzione di abbigliamento ecosostenibile e a basso impatto. Focalizzandosi sul nocciolo della questione l’overview tracciata dal WWF Italia racconta a noi consumatori di un inquinamento che si è sviluppato a partire dal secolo scorso, quando l’uomo ha acquisito la capacità di produrre materie plastiche dalla lavorazione dei carburanti fossili, la produzione e lo sviluppo di migliaia di nuovi prodotti in plastica ha avuto di conseguenza una crescita esponenziale dopo la Seconda guerra mondiale, trasformando e caratterizzando in modo profondo la nostra società. Non esiste praticamente settore dell’attività umana che non sia stato influenzato da oggetti in plastica: dalla medicina, alle automobili, aerei, dispositivi di ogni tipo che hanno reso più facile le nostre vite. Alcuni prodotti sono stati costruiti per durare solo pochi minuti come ad esempio gli shopper per la spesa, ma sono destinati a durare nell’ambiente per centinaia di anni. Alla luce di tutto questo il prezzo che stiamo pagando per il diffuso uso della plastica è l’inquinamento in tutti i mari del mondo e, ancor più preoccupante, gli effetti delle microplastiche nelle catene alimentari, fino all’uomo. Le materie plastiche, infatti, quando si trovano in mare si degradano alla luce solare in particelle inferiori al mezzo centimetro e si diffondono su tutta la colonna d’acqua. Si continuano poi a degradare in particelle sempre più minute tanto da entrare nell’acqua potabile o restando in sospensione nell’aria. La mission che si è posto il WWF, come ricordato dai suoi rappresentanti a Sorrento, Francesco Marino e Claudio d’Esposito è il coinvolgimento di tutti gli attori: i ricercatori, i rappresentanti dell’industria, la consapevolezza e coinvolgimento dei cittadini e una forte volontà politica a livello nazionale e internazionale. Il WWF, infatti, promuove l’economia circolare della plastica basata sulla riduzione dei consumi, sul riutilizzo, sulla ricerca di prodotti alternativi a minor impatto, sul miglioramento della gestione dei rifiuti, sull’incremento del riciclo e sull’ampliamento del mercato delle materie secondarie. Tutti i soggetti coinvolti nell’economia della plastica, dalla produzione alla gestione del fine vita, devono essere allineati all’obiettivo comune di porre fine alla dispersione di plastica in natura e in mare. Da qui l’irrinunciabile contributo di aziende di servizi come Penisola Verde rappresentata dal dottor Luigi Cuomo, che negli anni ha promosso centri di riuso, isole ecologiche, raccolta di oli esausti etc che fattivamente hanno permesso la crescita di una coscienza verde in molti utenti del territorio sorrentino. Ma non basta occorre fare di più, il WWF dal canto suo continua a spingere per misure più severe contro l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo attraverso la Convenzione di Barcellona, le politiche nazionali e dell’UE, come il divieto di alcuni tipi di plastica monouso e obiettivi vincolanti per migliorare la raccolta dei rifiuti.
A cura di Luigi De Rosa
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