Un altro tesoro svelato a Vico Equense: le Peschere della Sperlonga
In questo filmato vi porterò con me su un breve tratto dell’antica Via Minerva che, già dall’epoca preromana, permetteva di entrare in penisola sorrentina. Questo collegamento era utilizzato dai pellegrini che dovevano raggiungere la Punta della Campanella per pregare al tempio dedicato alla dea Athena prima alla dea Minerva poi.
Ci allontaneremo dalla Statale sorrentina e ci sposteremo sulla strada antica. Attraverseremo lungo Il percorso, un territorio caratterizzato da una varietà di paesaggi che vanno dalla pianura alla collina, fino alla montagna,
Qui vista l’abbondanza d’acqua furono costruite, nei secoli scorsi, le fosse per la macerazione del lino e della canapa. Le vasche dette Peschere erano alimentate dalla sorgente posta a pochi metri da esse.
La prima notizia che attesta la coltivazione del lino e della canapa risale al 1754. Nel catasto fondiario di quell’anno risulta che il feudatario Francesco Ravaschieri possedeva, tra gli altri beni, anche quattro conserve per purgare il lino alla Sperlonga o meglio “alcune peschiere…. che si mantengono con l’acqua feudale sita alla Sperlonga…
Troviamo attestazione di ciò anche in una delibera del Decurionato del Municipio di Vico, 1823.
La funzione di queste vasche era quella di far macerare per 40 giorni i mazzetti di lino o canapa.
A seguito dell’asciugatura al sole avveniva la “pettinatura” con la quale si eliminavano i residui legnosi (si ricordano ancora le ‘pettna line’).
Le peschiere furono costruite lontano dall’abitato per evitare infestazioni malariche ed esalzioni maleodoranti.
Ad oggi le vasche sono l’antica testimonianza di un’era ormai passata.