Vincenzo Santarpia ritratto di un Pittore
Positano (SA) Il 23 gennaio mattina, nella Sala “Andrea Milano” della Casa Comunale, il Sindaco dott. Giuseppe Guida, l’assessore Michele De Lucia e Rossellla, figlia del pittore Vincenzo Santarpia, moderati dal direttore della testata online Positanonews, avv Michele Cinque, hanno ricordato la figura di quest’artista originario di Gragnano ma positanese d’adozione a vent’anni dalla scomparsa. Dalle parole del Primo cittadino e da quelle di tutti coloro, che a vario titolo hanno partecipato all’evento, è emerso il ritratto di un uomo schietto, generoso e di grande sensibilità che con la sua arte ha altresì arricchito e onorato questa città. Il ritratto fotografico scelto per le locandine che invitavano la cittadinanza a partecipare l’ho trovato molto significativo, per rubare un’espressione a Paolo Conte, Vincenzo Santarpia ha nella foto /quell’espressione un po’ così /che abbiamo noi italiani all’estero. La sigaretta che gli pende distrattamente tra le labbra, lo fa assomigliare a Jean-Paul Belmondo agli inizi della carriera, ha tratti severi e sguardo riflessivo, lui che come l’attore italo-francese in Francia, in quella del Nord, detta oggi Alta Francia, trascorse 25 anni della sua esistenza, precisamente a Vireux-Molhain dove frequentò la Scuola d’Arte. Vireux a un tiro di schioppo dal confine belga, dove il padre, come altri emigranti italiani, fu minatore. Vireux, il Paese dalle foreste impenetrabili descritte da Giulio Cesare, a poca distanza da queste foreste, qualche chilometro più a sud, nacque Arthur Rimbaud, che ha scritto: L’eternità è il mare mischiato col sole. Già, forse Vincenzo Santarpia quando a 28 anni, dopo un’altra esperienza in Germania in una fabbrica di tessuti, torna in Italia e per caso dalla sua Gragnano si trasferisce a Positano, dalla Spiaggia Grande di quest’eternità, che davanti agli occhi di ogni positanese da sempre s’impasta di mare e sole: si innamorò. I suoi quadri conservano questa emozione dentro, che siano disegni in bianco e nero dal tratto mistico alla Achille Lega o, azzardo, alla Renzo Vespignani, oppure tele colorate, dove l’immediata godibilità lascia apprezzare la sintesi e il dettaglio di immagini sempre ben definite da una solida struttura disegnativa, immerse in una solarità calda e luminosa che riverbera gioia, rivelano il sincero amore di quest’uomo per Positano. Sarà un piacere annunciarvi, appena sarà possibile, la data della personale che l’assessore Anna Celentano intende organizzare per celebrare di Vicenzo Santarpia al meglio il talento nella Pinacoteca cittadina, saranno ancora una volta le sue tele a raccontarci di lui. Un giorno Gustave Coubert entrò nella sua bottega e scrisse sulla tela al centro della stanza in modo che fosse ben visibile a tutti i suoi alunni: -“Non fare quello che faccio io;-Non fare quello che fanno gli altri;-Anche se tu facessi quello che fece Raffaello non esisteresti: è un suicidio;-Fa’ quello che vedi, che senti, che vuoi”. Sono fortunati a Positano, Santarpia ha dipinto quello che ha visto, sentito e voluto.
di Luigi De Rosa
Comune di Positano : https://comune.positano.sa.it/
“Ritratto di un artista: Vincenzo Santarpia