A Sant’Agnello la Scuola Primaria contro i Disturbi Alimentari con Cure della Strada
“Cure Della Strada Aps – Rete Territoriale Di Aiuto Organizzato”, l’associazione di medici e operatori sanitari della Costiera sorrentina-stabiese che si occupano di solidarietà sociale attraverso una serie di iniziative di sostegno, presa in carico, raccolta fondi a favore degli ultimi del territorio e di promozione dell’educazione alla salute e formazione sanitaria della comunità, ha svolto con il suo modello di intervento in modalità teorica e pratica una tavola rotonda sul tema “I Disturbi Alimentari: anoressia nervosa – bulimia nervosa – binge eating.
Un circolo vizioso che può durare tutta la vita!” con gli studenti delle seconde e terze medie dell’Istituto Comprensivo Statale Agostino Gemelli in Sant’Agnello. Il seminario si è tenuto, grazie all’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco dottor Piergiorgio Sagristani e alla lungimiranza della preside professoressa Marinella D’Esposito, la mattina del 24 febbraio 2023 presso il plesso Gigliola Fiodo. Nell’intensa giornata di confronto, introdotti e moderati dal dottor Carlo Alfaro, pediatra e adolescentologo dell’Associazione, la dottoressa Silvana Natale, biologa nutrizionista specializzata in Nutrizione Clinica, Disturbi del Comportamento Alimentare e Obesità Infantile, ha fornito le nozioni scientifiche necessarie alla comprensione del problema, mentre la dirigente scolastica Marinella D’Esposito ha intervistato, con tatto e sensibilità, le ospiti Chiara Domeniconi, scrittrice modenese e autrice di “Come un chiodo nella carne” (Argentodorato Editore) e Ludovica Larotonda, studentessa che ha superato brillantemente il suo disturbo alimentare, in collegamento da londra, dove vive, con i suoi emozionati genitori presenti in aula. Commenta la Natale: “Rivolgersi ai giovani, ai giovanissimi è urgente, indispensabile. La moderna società spinge i giovani a essere magri, palestrati e belli, senza imperfezioni. Questa tendenza, in età adolescenziale, associata a caratteristiche personali, può portare a patologie gravi con conseguenze psicologiche devastanti. Esiste anche grande disinformazione, tra pazienti, famiglie, medici. Crediamo che la corretta informazione sia la migliore difesa alla pressione sociale, per chi vive il problema e chi gli è accanto. Per questo ci rivolgiamo alle scuole, naturalmente con un linguaggio chiaro e adeguato. Chiara Domeniconi offre una testimonianza essenziale. Si dona completamente al pubblico con la sua enorme carica di simpatia. Ascoltare il racconto della sua storia, il suo vissuto, le terribili conseguenze sulla sua vita dalla sua viva voce, è un’occasione imperdibile per attenzionare i nostri giovani sull’argomento e trasmettere parallelamente informazioni corrette: è formazione oltre che testimonianza. Il territorio, le istituzioni e la stampa sono fatti da persone, storie, ruoli. Quando passione, preparazione, intelligenza si donano senza misura, quando le persone giuste si trovano al posto e al momento giusto, quando il collante è l’edificazione vicendevole, è esplosione! Ne abbiamo fatto esperienza e ancora non abbiamo smaltito l’emozione. Promotori e allo stesso tempo destinatari di questo flusso emotivo sono stati i meravigliosi studenti dell’I.C. A. Gemelli. A loro l’abbraccio più forte, a noi il desiderio di perpetuare la missione di informazione scientifica, condivisione di valori, promozione del sociale”. “Come un chiodo nella carne” è la vera storia di una ragazza anoressica e bulimica che, senza sconti, senza parsimonia, si apre e racconta gli angoli, anche quelli più crudi, imbarazzanti, di una vita dilaniata. Nel cibo, e nella negazione del cibo, nell’autolesionismo e nei complessi rapporti familiari, la protagonista cera se stessa, senza pietà.
La stessa scrittrice è rimasta profondamente colpita dalle emozioni condivise con i ragazzi: “Avevo paura nei giorni precedenti la conferenza, una grande responsabilità parlare a dei ragazzi così giovani di un tema così delicato. Nonostante con la dottoressa Silvana Natale, la preside della scuola, dottoressa Marinella D’Esposito, la mia agente Sheyla Bobba e il mio collaboratore Federico Cricchio, ci fossimo ben preparati all’evento. Avevo timore e tremavo alla prima domanda. Poi ho guardato in faccia quei ragazzini di dodici anni, età in cui io ero già ammalata da quattro. Facce da bimbi no, ma nemmeno ragazzi. Età che io non ho potuto godere da ‘lucida’. E mi si è aperto come un cuore nuovo fatto apposta per l’occasione. La ragione è sparita, parlava la Chiara della loro età che avrebbe voluto qualcuno anche lei di fronte a raccontarle cose non false, non rassicuranti, ma vere. La verità. Delle verità. E non solo sui colori della vita ma anche sulle ombre, sul nero, il bianco, il grigio, fondamentali per far risaltare e creare le altre tinte, tonalità e sfumature. Be’, quei ragazzi mi hanno risposto in maniera meravigliosa, riempiendomi di domande sagaci e profonde, dandomi tanti spunti di riflessione importanti anche per il mio futuro personale e professionale. Emozioni nuove, belle, forti. Vita vera!! Oltre che alla splendida accoglienza della scuola, della preside Marinella D’ Esposito, alla costruttiva collaborazione con l’Associazione Cure della Strada, Silvana Natale e Carlo Alfaro, a questi ragazzi dico: Grazie!”. I Disturbi Alimentari sono aumentati, a livello globale, durante la pandemia. Solo in Italia colpiscono 3-4 milioni di persone, senza considerare i casi sommersi, con netta prevalenza nelle donne ma con aumento dei casi nel sesso maschile (rapporto uomini/donne circa 2 a 8). L’età in cui si registra il picco di esordio dei DCA è tra i 14 e i 19 anni, ma l’incidenza nella fascia tra 8 e 12 anni è quasi raddoppiata dal 2006 ad oggi. Aumentano anche i casi in età adulta: fino al 3% delle donne tra i 40 e i 50 anni. Rappresentano, tra le patologie psichiatriche, quelle col più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell’anoressia nervosa, il rischio di morte è 10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. Queste malattie non guariscono con la sola volontà del paziente: occorre un approccio integrato. La diagnosi precoce, che influenza il successo della terapia, rappresenta una sfida difficile: per questo è fondamentale l’informazione.
Carlo Alfaro