Angela Celentano è stata ritrovata? La mamma è convinta che la figlia sia quella in Venezuela, si aspetta il dna

Angela Celentano è stata ritrovata? La mamma è convinta che la figlia sia quella in Venezuela, si aspetta il dna in laboratorio per ricavare il profilo genetico che, una volta pronto, sarà affidato al generale Luciano Garofano, consulente della famiglia Celentano, per essere raffrontato con quello dei familiari. Dunque, dopo tanti anni, l’ultima speranza è che Angela stia bene e che possa essere stata rapita a scopo di adozione, per crescere in una famiglia venezuelana molto benestante. Due anni fa in un’intervista al Mattino papà Catello spiegò senza mezze misure che «ormai non cerchiamo più Angela, ma aspettiamo che sia lei a farsi viva». Ma le ricerche in realtà non si dsono mai fermate. Su input del gip del tribunale di Napoli che ha prorogato di altri sei mesi le indagini, la Procura distrettuale Antimafia sta effettuando nuovi accertamenti in Turchia, per verificare la pista già percorsa nel 2009 dai carabinieri del Ros, in un’inchiesta che ipotizza il reato di riduzione in schiavitù. Un’ipotesi alla quale la famiglia Celentano non ha mai creduto, perché prevederebbe il coinvolgimento di qualche conoscente nel rapimento della bimba poi venduta a un veterinario. Per seguire gli sviluppi, al momento coperti da segreto istruttorio, le sorelle di Angela hanno nominato anche l’avvocato Enrica Visconti: «Con la famiglia Celentano – dice – seguiremo qualunque segnalazione percorribile e verificheremo tutte le segnalazioni che arriveranno. Così com’è successo per la pista sudamericana, monitoriamo anche l’ipotesi turca, per la quale siamo in attesa di sviluppi».
IL SEGRETO
Negli anni scorsi, la Procura di Torre Annunziata ha ripercorso gli oltre vent’anni di inchieste, svelando la farsa dietro la pista messicana di Celeste Ruiz: un profilo fake che portava in Messico e che utilizzava la foto di una psicologa oggi residente in Francia. La donna volle incontrare di persona Catello e Maria, ma la sua storia non coincideva con quella di Angela. L’ultimo step investigativo aveva riportato gli inquirenti a indagare a ritroso nel contesto familiare, prima dell’archiviazione definitiva sulla quale è stato posto il segreto.

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