Cartagine e i “puparuoli ‘mbuttunate”

10 febbraio 2023 | 23:57
Cartagine e i “puparuoli ‘mbuttunate”

CARTAGINE E I”PUPARUOLI ‘MBUTTUNATE”

Roma, in guerra contro Cartagine. Arriva un cesto di fichi dalla Sicilia: ancora fresco. Vuol dire: Cartagine è vicina. Un famoso senatore romano, Gneo Pompeo, esclamò la celebre frase: “navigare necesse est aggiungendo poi, “vivere non est necesse”! E cioè “navigare è necessario, vivere non lo è”. E partirono subito le navi per la guerra! Che c’entra questo oggi? Vuol dire che dobbiamo salpare contro Cartagine? In un certo senso sì! La Chiesa cattolica è in gravissima crisi. Minata alle fondamenta da mille scelte sbagliate e anti- cristiane di fatto, ha perduto credibilità sia presso chi la seguiva, un tempo, chi, specie fra i giovani, la ignora oggi completamente facendo poi l’errore di identificare (a completo sproposito) Dio con la Chiesa, e buttando via tutto: bene e male. Non si legge più un libro di un certo livello: al massimo triti thriller o fantasy improbabili. Vampiri e misteri, sempre gli stessi, da quattro soldi. Il palinsesto televisivo fa rimpiangere i vecchi, pure a volte discutibili, sceneggiati di un tempo. E perfino, addirittura,i varietà del sabato sera. Si cucina dappertutto. Un popolo di Pulcinella affamati. l’Italia dei cuochi! Non sono un sociologo, non mi addentro oltre, nè indulgo in facili spiegazioni che non mi competono. Sono però appassionato di buona scrittura e di imparare qualcosa di utile ogni giorno e credo in Dio. Che c’entra dunque Cartagine? La gente giustamente vuole sopravvivere: è un istinto biologico. Il più importante. Ma se poniamo come scusa, bollette e caro-prezzi alla sciatteria di una vita senza fondamenti spirituali, allora comunque abbiamo fallito il grande imperativo dantesco che cito spesso;” fatti non foste a viver come bruti, ma a seguir vertude e canoscenza!” Non dico di morire per la causa, per carità, come Amatore Sciesa che posto di fronte all’alternativa di vivere tradendo i suoi amici o morire, rinunciando alla sua famiglia, scelse con dolore, certamente, ma chiaramente la seconda opzione. Fatto passare dagli oppressori sotto il balcone di casa sua, dove sua moglie e i suoi figli piangevano di dolore, esclamò un’altra celebre frase storica in milanese:”Tiremm ‘innanz”. E cioè “andiamo avanti”. Non dico per carità, chissà che sacrificio di questa altezza, ma almeno un minimo di impegno spirituale. Almeno per far contenti Dante. Dunque, alla luce di tutto questo? Se qualcuno mi dicesse:”Prova dei cuochi? La cucina più cucina? I veri ristoranti a 5 Stelle? Il baccalà se era meglio fritto o alla livornese il? 50 salse più importanti delle Antille? 100 modi di cucinare i puparioli ‘mbuttunati? Direi con sicurezza:” tirem innanz,”” navigare necesse est!”
ROCCO AVERSA