Il 20 febbraio 1967 nasceva Kurt Cobain, il leggendario frontman dei Nirvana
Il 20 febbraio 1967 nasceva Kurt Cobain, il leggendario frontman dei Nirvana. Il 20 febbraio 1967, soltanto 56 anni fa, ad Aberdeen (Stato di Washington), nasceva Kurt Cobain. Cobain ha solo 20 anni quando, assieme a Krist Novoselic, nel 1987 costituisce i Nirvana. In due anni la band diventa uno dei gruppi leader della scena musicale grunge di Seattle. Con il termine grunge (chiamato anche Seattle Sound) si va così a designare un genere di musica rock, in particolare alternative rock, che mescola influenze estremamente eterogenee, principalmente l’heavy metal e il punk rock, ma anche l’hardcore punk, l’hard rock e il post-hardcore.
Nel 1991, l’uscita del singolo ‘Smells Like Teen Spirit’ segna l’inizio di una decisa svolta della musica rock, che comincia ad allontanarsi dai generi egemoni degli anni Ottanta (hair metal, AOR, synthpop, etc.) e ad indirizzarsi verso l’alternative rock.
Negli ultimi anni della sua vita Cobain lotta contro la dipendenza dalla droga e le pressioni dei media su di lui e sulla moglie Courtney Love, da cui ha avuto una figlia, Frances Bean Cobain.
Il leggendario frontman dei Nirvana aveva solo 27 anni quando viene trovato morto (8 aprile 1994) da un elettricista nel garage della sua villa sul lago Washington. Stando alle indagini e ai referti autoptici, il cantante si è suicidato con un colpo di fucile alla testa. Nel suo corpo sono state inoltre rinvenute massicce quantità di eroina. Accanto al cadavere viene ritrovata una lettera di addio alla sua famiglia e al suo pubblico. Il rapporto disse anche che il cantante 27enne era morto con tutta probabilità il 5 aprile 1994.
Il testo della lettera:
«Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti che ho ricevuto dalla scuola base del punk-rock nel corso degli anni, fin dai miei primi contatti, per così dire, con l’etica dell’indipendenza e dell’abbracciare la propria comunità si sono rivelati esatti. Io non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio, quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento il maniacale urlo della folla cominciare, non ha nessun effetto su di me, non è come era per Freddie Mercury, che adorava la folla e ne traeva energia e io l’ho sempre invidiato per questo. Il fatto è che io non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l’apprezzo, Dio mi sia testimone che l’apprezzo, ma non è abbastanza).
Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fan della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, Pesci, Gesù santo! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.
Bacia tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo troppo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono troppo un bambino incostante, lunatico! Non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.
Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.
Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.
Ti prego Courtney continua ad andare avanti, per Frances.
Perché la sua vita sarà molto più felice senza di me.
VI AMO. VI AMO.»