L’Aspi perde la causa per diffamazione contro “Il Fatto Quotidiano” sulla strage del viadotto di Avellino

16 febbraio 2023 | 19:01
L’Aspi perde la causa per diffamazione contro “Il Fatto Quotidiano” sulla strage del viadotto di Avellino

Riportiamo integralmente l’articolo de “Il Fatto Quotidiano” a firma del giornalista Vincenzo Iurillo riguardante la causa di diffamazione contro il quotidiano promossa dall’Aspi sulla strage del viadotto di Avellino. Una causa che ha visto la sconfitta dell’Aspi: «E dopo Matteo Renzi e la sua causa temeraria per un rotolo di carta igienica, tocca ad Autostrade per l’Italia incassare un’altra sconfitta giudiziaria contro il Fatto Quotidiano. L’azienda ci aveva chiesto i danni, chiedendo al magistrato di quantificarli, per aver aperto l’edizione del 5 settembre 2018 con questo titolo: “La strage del guard rail: così Autostrade ne uccise altri 40”. La prima pagina rimandava a un lungo e dettagliato articolo a pagina 7 su una perizia disposta dal Tribunale di Avellino nell’ambito del processo che in quel momento vedeva imputati, tra gli altri, i vertici e alcuni dirigenti di Aspi. Erano accusati di omicidio colposo per la morte di 40 persone intrappolate in un bus che ruppe i freni, impattò sui new jersey e precipitò dal viadotto di Acqualonga in Irpinia il 28 luglio 2013. Secondo la perizia depositata agli atti, quella terribile strage si sarebbe potuta “derubricare in grave incidente stradale se solo le barriere fossero state tenute in perfetto stato di conservazione”. Per gli avvocati di Aspi titoli, sommari ed articolo erano diffamatori perché “fornivano al lettore, sulla base delle sole risultanze di una sola Perizia, la falsa impressione che sia già stata accertata la responsabilità penale di Aspi per gli eventi di Avellino”, ed anche, a loro dire, per via della parola “altri”, per i 42 morti per il crollo del Ponte Morandi di Genova, avvenuto 22 giorni prima, “in violazione del fondamentale principio costituzionale di presunzione di innocenza, di verità oggettiva e di continenza formale”. Il giudice Marco Giuliano Agozzino invece ha dato ragione a noi, il nostro lavoro non ha violato nessun principio, è stato solo diritto di cronaca. “Il dato fattuale della precisa corrispondenza tra quanto riportato nella pubblicazione e il contenuto della perizia emerge con evidenza dalla lettura comparata dei due scritti”, scrive il giudice confrontando la perizia e l’articolo, e definisce “mera supposizione” il collegamento tra le vicende di Genova e di Avellino. “Preme invero evidenziare come nell’articolo in questione il contenuto della perizia sia stato più volte riportato tra virgolette, circostanza che esclude di per sé ogni eventuale profilo lesivo della sfera reputazionale di parte attrice”. Ovvero Aspi, condannata quindi a rifondere circa 5.300 euro di spese di lite ai nostri avvocati, Caterina Malavenda e Valentino Sirianni».

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