Lettere da Piano di Sorrento – A proposito di Sanremo
LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
“A PROPOSITO DI SANREMO”
Il Festival di Sanremo si è concluso. Per gli interessati, direttamente o indirettamente, è stato un successo clamoroso per l’audience, per la partecipazione del pubblico e, direi io, soprattutto per i soldoni che mamma Rai ha incassato. Tutto qui? Le canzoni? Un negativismo generale. Quello che fa più rabbia è l’intervento televisivo di commentatori che farebbero meglio a stare zitti e che invece esaltano vari momenti dello spettacolo.
Le novità? Il solito Benigni, personaggio supervalutato, ma che ben si inserisce in questo contesto sociale decadente. Ha inteso introdurre nel Festival un argomento serio come la nostra Costituzione, senza però scrollarsi da dosso quella comicità baracconesca che, secondo lui, vorrebbe essere una sfumatura di ironia. La partecipazione dei vecchi cantanti come Morandi, Ranieri, Al Bano, hanno salvato, come suol dirsi, l’onore della bandiera, cantando bene, anche se hanno zampettato su di un palcoscenico carnevalesco, eh sì, perché, secondo la mia modesta opinione, Sanremo non è altro che un’anticipazione del Carnevale.
La presenza del Presidente Mattarella stupisce. Tutto il rispetto per il Capo dello Stato, persona degna della valenza istituzionale, per lo spessore della sua personalità. Ma la sua presenza al Festival, secondo me, è una caduta di stile. Va bene per la prima alla Scala ma per il Festival no! Gran parte della stampa ha glorificato il Festival, utilizzando la vendita dei giornali. Vi sono stati molti episodi, come il comportamento di Blanco, di Fedez, la lettera di Zelensky letta da Amadeus, che hanno suscitato polemiche, per il resto niente. Restano emarginati i nostri problemi, la guerra, l’epidemia, il caro-vita, etc. Fuori dalla porta, come sempre, i problemi ambientali.
Si sente nell’aria un puzzo di nucleare, ma non facciamoci caso, viva Mengoni, Giorgia, Elodie, e quanti altri volete. L’Italietta si congratula con sé stessa.
(avv. Augusto Maresca)